Francesco Renga chi è: età, moglie, figli, compagna, biografia, canzone, carriera e vita privata



Pierfrancesco Renga, in arte Francesco, nasce a Udine nel 1968. La mamma di Francesco Renga è siciliana, mentre il papà è originario della Sardegna. Il giovane cantante cresce a Brescia, dove fonda a soli quindici anni la sua prima band: i Modus Vivendi. Dopo meno di un anno Francesco partecipa insieme al gruppo al concorso Deskomusic; gareggiano insieme a loro anche un’altra band, i Precious Time, che, affini artisticamente al talento bresciano, lo prenderanno tra le loro fila.



Francesco Renga è tra i cantanti più amati, seguiti, conosciuti e apprezzati del panorama musicale italiano. Nella sua sfavillante carriera ha realizzato decine di successi che gli hanno consentito di diventare uno degli artisti più amati del nostro paese.

Chi è Francesco Renga: età, moglie, figli, compagna, carriera 

Francesco Renga è nato ad Udine il 12 giugno 1968 e trascorre l’infanzia e la giovinezza a Brescia dove partecipa ad un concorso tra band musicali. Al concorso conobbe i Timoria e Francesco entrò in formazione restandoci per tredici anni, tempo nel quale Renga sviluppa il proprio talento artistico. Nel 1997 iniziano a nascere dei dissapori interni tra Renga e il chitarrista Omar Pedrini, ai quali segue la separazione del cantante dal resto del gruppo.

La carriera da solista

Il suo ritorno sulle scene avviene da solista, nel 2000, con l’uscita dell’album omonimo Francesco Renga, anticipato l’anno prima dal singolo Affogo, Baby. Renga si impone da solista l’anno dopo in seguito alla partecipazione al Festival di Sanremo 2001 fra i Giovani con il singolo Raccontami… Nel 2002 esce il secondo album in studio Tracce, pubblicato contemporaneamente alla sua partecipazione al Festival di Sanremo in veste di Big, con Tracce di te.

Successivamente dopo due anni di pausa Renga pubblica nel 2004 il suo terzo album di inediti Camere con vista e racchiude alcuni singoli che hanno avuto un discreto successo. Un altro successo è rappresentato da Angelo, canzone con la quale nel 2005 ha vinto la 55ª edizione del Festival di Sanremo. Nel 2007 viene pubblicato Ferro e cartone, quarto album del cantautore, dal quale viene estratto come primo singolo Cambio direzione.

Nello stesso anno esce anche il primo libro di Francesco Renga, intitolato Come mi viene. Nel 2008 collabora con il gruppo sardo dei Tazenda nella canzone Madre terra. Sempre nel 2008 duetta con Irene Grandi e Patti Smith nel brano Birima, canzone incisa per sostenere il progetto umanitario del microcredito in Senegal.

Il 2009 vede Renga un’altra volta in gara al Festival di Sanremo 2009 con il singolo Uomo senza età. Il brano gli consente di spaziare fino alle sonorità liriche, anche attraverso una citazione della celebre Turandot di Giacomo Puccini. Il 13 novembre 2009 è stato pubblicato l’album Orchestraevoce, che Renga ritiene utile per affermarsi in Europa. Il 21 aprile 2009, insieme ad artisti celebri come Luciano Ligabue, Elisa, Jovanotti, Laura Pausini e Tiziano Ferro, ha registrato il singolo Domani 21/04.2009 a scopo benefico a seguito del terremoto dell’Aquila del 2009.

Dal 2010 ai giorni nostri

Il 23 novembre 2010 pubblica l’album di inediti intitolato Un giorno bellissimo, da cui viene estratto il primo singolo omonimo. Nel 2010 vince il disco di platino al Wind Music Awards con l’album Orchestraevoce.

Al Festival di Sanremo 2011, Renga duetta con i Modà ed Emma per il brano Arriverà.

Nel febbraio 2012, contemporaneamente alla partecipazione alla kermesse, Renga pubblica il suo primo album di raccolte intitolato Fermoimmagine che contiene anche il brano di Sanremo e alcuni inediti.

Nel 2014 Renga ha preso parte al Festival di Sanremo con i brani A un isolato da te e Vivendo adesso, quest’ultimo scritto da Elisa e classificatosi quarto. Il 6 maggio 2014 esce il secondo singolo Il mio giorno più bello nel mondo, che viene successivamente certificato disco di platino dalla FIMI.

Il 9 gennaio 2015 esce il quarto singolo L’amore altrove, inciso insieme a Alessandra Amoroso. L’anno successivo itorna sulle scene musicali con il singolo Guardami amore, che ha anticipato il settimo album in studio Scriverò il tuo nome, uscito il 15 aprile dello stesso anno.

Nel 2016 Francesco Renga ritorna sulle scene musicali con il singolo Guardami amore, che ha anticipato il settimo album in studio Scriverò il tuo nome, uscito il 15 aprile dello stesso anno.

Il disco contiene dodici brani che hanno visto la partecipazione di svariati autori che hanno affiancato Renga nel lavoro di scrittura, tra cui Tony Maiello, Fortunato Zampaglione, Ermal Meta, Francesco Gabbani e Nek.

Il 31 marzo 2017 Renga ha presentato l’inedito Nuova luce, singolo apripista del suo primo album dal vivo, intitolato Scriverò il tuo nome Live e pubblicato il 28 aprile.

Dal 5 al 9 febbraio 2019 prende parte al 69º Festival di Sanremo con il brano Aspetto che torni.

Dal 2020 entra a far parte del cast di All Together Now in onda su Canale 5 nel quale veste i panni di giudice.

Vita privata di Francesco Renga

Renga ha avuto una relazione lunga undici anni con l’attrice Ambra Angiolini, da cui ha avuto due figli. La fine del rapporto è stata ufficializzata nel novembre del 2015. Nonostante tutto in diverse interviste sia Francesco Renga che Ambra Angiolini hanno raccontato di essere rimasti in ottimi rapporti.

 Oggi Francesco Renga è di nuovo sul palco dell’Ariston. «Credo che mai come quest’anno il Festival sia simbolo di ripartenza per il Paese», racconta il cantautore in gara  con Quando trovo te, brano che esplora la forza dell’oblio e la potenza dei ricordi che riaffiorano spesso per caso. «Nel mezzo di un trasloco ho trovato i diari di quando avevo 16 anni e mi immaginavo un poeta», spiega l’artista bresciano, dalle cui emozioni del momento è nato il pezzo sanremese. E che, nell’incontro in Rete con i giornalisti, ripercorre la sua carriera, costellata di successi.

Come sei cambiato dalla prima volta a Sanremo? «Età a parte, mi sento lo stesso. C’è pili maturità, ma è rimasto intatto lo spirito di follia e incoscienza con cui mi sono sempre approcciato al Festival».
C’è un’edizione alla quale ti senti più legato?
«Certamente la prima, con i Timoria: ha dato inizio a tutto. Ma anche quella del 2001 con Raccontami…, la prima da solista, poi nel 2002 con Tracce di te: per la prima volta ho affrontato il tema della perdita di mia madre. È stato difficile mettermi a  su quel palcoscenico. Nel 2005 la vittoria, con Angelo. La canzone ha siglato il mio diventare genitore. Sul palco c’era anche Ambra (Angiolini, che l’anno prima aveva messo al mondo Jolanda, ndr)».

Angelo ha fatto da sottofondo alle immagini di Brescia deserta, durante il primo lockdown. «Sì. Per me è stato motivo di grande orgoglio. Su quelle immagini, di colpo, le parole della canzone hanno assunto un significato diverso, profondo, salvifico per una città spaventata. Credo si sia riscoperto un senso di comunità che in una realtà operosa come Brescia non era radicata».
Come padre, hai qualche ricordo particolare in merito al Festival?

«I momenti più belli li ho vissuti quando non ho partecipato e mi sono goduto la kermesse da casa con i miei figli. Sono perfidi nei giudizi e molto severi anche con me».
Che cosa rivedi di te nei tuoi due eredi?
«Jolanda è un’artista nata, Leonardo è una specie di “orso” e rispecchia l’altra metà di me. In loro, definiti e senza contrasti, noto gli aspetti della mia personalità combattiva che in me hanno convissuto in modo conflittuale».
«Nessuno ce la può fare da solo»
Quest’anno in gara ci sono molti giovani. Ti senti un veterano?
«Mi sento uno zio, dire “nonno” sarebbe un po’ troppo. Ma mi diverte pensare che parecchi artisti hanno l’età che avevo io al debutto. Per me è un motivo di vanto giocarne
la sul loro terreno: significa che sono rimasto legato alla realtà del panorama musicale. Non nego di aver chiesto “lumi” ai miei figli: conoscevano tutti, sono i miei occhi e le mie orecchie su quanto succede in ambito musicale».
Se potessi tornare indietro, che cosa diresti al Renga di trent’anni fa?
«Che le cose arrivano quando devono arrivare, che nessuno ce la può fare da solo. Che la felicità non deve spaventare e che non è detto che il prezzo da pagare sia salato: va cercata, sempre. Mi esorterei a sperare nella fortuna. Perché, oggi, sono un uomo molto fortunato: ho tutto quello di cui ho bisogno».



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