Jo Squillo racconta la casa del Grande Fratello Vip



Ciquantanove anni portati sul fisico di una ragazzina, Giovanna Coletti più famosa col nome d’arte Jo Squillo, ha con grinta e sensibilità attraversato con successo i campi della musica, del teatro, della televisione, della moda, non disdegnando qualche tuffo nei reality, come L’isola dei famosi vip, ed adesso il Grande Fratello Vip Sei uscita dal GF Vip-. che esperienza è stata e che idea ti sei fatta dei partecipanti? «Con alcuni ho trovato amicizie e solidarietà y come con Carmen f Russo, Miriana Trevisan, mia compagna di letto, Manila Nazzaro.



L’idea era portare la visione di  solidarietà femminile che è la mia bandiera pillole intelligenti di convivenza non scontata, e non fatta di litigate, pettegolezzi, dispetti, finti amori. Ho scritto un racconto femminile di coscienza e riflessione: ci siamo vestire di bianco, per denunciare la mancanza di libertà delle donne afghane, abbiamo preso il tè dell’autocoscienza sulla femminilità e sessualità, andando oltre la banalità della vita quotidiana, con spaccati che fanno riflettere».

Il tuo carattere forte si è scontrato contro la granitica Katia Ricciarelli. «Il suo essere una grande interprete non le impediva di accettare la mia carriera. Mi ha delusa nel deridere e minimizzare alle mie spalle, la canzone Siamo donne, nella storia della musica perché cantata ormai da tre generazioni. Mi ha fatto dispiacere perché l’ho protetta nel non rivelare i suoi pettegolezzi, neanche quando mi hanno messo alle strette. Come sempre, pure nella casa, gli uomini, nonostante litigi e protagonismi, restano più diretti e solidali».

Mi fai un pronostico sul possibile vincitore? «Spero possa essere Manuel Bortuzzo, che ho trovato un’anima tenera e sensibile, che con lucidità ha accettato la sua disgrazia. È dotato di una sincerità, che è per esempio mancata ad Alex Belli. Con lui ho avuto un dialogo di rispetto professionale, e capisco il gioco che sta intessendo con la sua soap opera, ma ha mentito negando di avermi votato. Ammiro la coerenza di Davide Silvestri, che ha detto che non parlava di votazioni, e comunque non aveva fatto il mio nome».

Il 25 novembre è stata la giornata contro la violenza sulle donne: tu hai creato “Wall of Dolls”.«Abbiamo fatto passi avanti, ma poi ci sono degli scivoloni. E un motivo di orgoglio che nel 1980, a 15 anni, ho condotto una battaglia per ottenere gli assorbenti gratis: oggi ne hanno abbassato la tassa, togliendo la dicitura di beni di lusso, dato che sono una necessità. Sulla violenza delle donne manca la presa di considerazione sui grandi costi morali. Io giro d’ltalia per parlare e testimoniare nei vari “Wall of Dolls”, sulle violenze psicologiche e fisiche che in paesi civili, proprio non ci si aspetterebbe.

I ragazzi e le ragazze non sono pronti, e vanno educati, se ancora si confonde per gelosia, la manipolazione di chi ti controlla un abito o il trucco. Dopo, si sconfina in violenze di altro tipo».
Mi dici dell’amore? «Approfitto per smentire quanto è scritto sul web in merito al fatto che sia sposata con Gianni Muciaccia. In realtà non ho per scelta avuto un matrimonio, anche se mi reputo una persona felice in amore. Sin da ragazza, ho protetto la sfera sentimentale: è importantissimo e voglio difendermi dalla morbosità con cui spesso si guarda ai personaggi pubblici».



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