Marcell Jacobs chi è? Compagna Nicole Daza, Età, padre, carriera, figli, origini, Tokio 2020, madre e vita privata



Non soltanto il giorno e l’ora li unisce, anche la capacità di rialzarsi dagli infortuni. Due storie di resistenza. Marceli come Gimbo. Perché è profondamente sbagliato sorprendersi a pensare che Jacobs sia emerso di recente, tantomeno d’improvviso. Marceli ha cominciato con l’atletica a 10 anni e soprattutto saltava. Anzi Lamont Marceli, Lamont come papà, militare statunitense del corpo dei Marine di stanza alla Caserna Ederle, che conobbe mamma Viviana Masini a Vicenza. Così Marceli è nato a E1 Paso il 26 settembre 1994, ma presto, a 18 mesi, è rientrato in Italia mentre il padre veniva tra serbo in Corea.



È cresciuto a Desenzano del Garda, con un rapporto conflittuale con il babbo, tanto che lui stesso raccontava mesi fa: «A chi mi chiedeva chi fosse il babbo io rispondevo che non c’era. Per anni ho alzato un muro». Col padre ha riallacciato poco tempo fa. E chissà, probabilmente anche lì è nato il nuovo Jacobs capace di scaricare tutta la sua potenza e il talento in pista. La vita in Italia dunque, la scuola, tanto da perdere in gran parte l’uso della lingua inglese, per la timidezza nell’usarlo.

La scelta dell’Italia chiara definitiva, infatti diceva: «Sono cresciuto qui, i miei figli sono nati qui, mi sento italiano in ogni cellula del corpo, tanto che con l’inglese sono in difficoltà». L’abbandono della cittadinanza americana nel 2015. La storia di Marceli è raccontata anche con i suoi tatuaggi, tutti ovviamente in parti del corpo che non possono apparire quando è in divisa. Perché Marceli è poliziotto, del gruppo sportivo delle Fiamme Oro. Ci sono parti della sua vita, date di figli e fratelli, una frase sull’amicizia. C’è anche un Rosa dei venti. Forse per orizzontarsi nel mare della vita. Di sicuro il vento, un metro e mezzo lo ha riconosciuto e aiutato a correre il 9”80 del nuovo record europeo e dell’oro olimpico. Un vento buono, perché se fosse stato di due metri e più non ci sarebbe stato primato.

Jacobs corre con il vento già da giovane. Ma comincia con calcio e nuoto. Non è che gli riesca molto bene e allora c’è la velocità che attrae chiunque, chi va in moto, in auto. Lui era attratto dalle moto per via del motocross, sport della famiglia di mamma. Che però aveva già detto al figlio che lui non avrebbe fatto uno sport così pericoloso.

La velocità è il tentativo di sconfiggere il tempo. Che invece batte tutti. Però anche saltare non è male e a Marceli riesce ancora meglio: 7,75 da junior nel 2013. Nel 2015 già a 8,03. Lo allena Paolo Camossi ex saltatore in lungo e triplista che lo seguirà anche per la velocità. Un mentore e un riferimento. E Rio de Janeiro si avvicina. Jacobs salta 8,48 ventoso, è oltre gli otto metri, ma il destino aspetta anche il ragazzo veloce: una lesione femorale quadricipite femorale sinistro impedisce il volo per Rio.

Dagli infortuni, in anno olimpico è più difficile rialzarsi. E nel Marceli 2017 riparte con il salto in lungo, ma riprende confidenza con la velocità: 10″08 nel 2018,10″03 nel luglio ’19 e una batteria al Mondiale di Doha in 10″07. Non proprio lento. E in 2 anni limare due decimi è possibile. Del resto Marceli attribuisce buona parte del salto di qualità al lavoro con una mental coach, Nicoletta Romanazzi, entrata nel team del neo olimpionico e successore nientemeno che di Usain Bolt.

L’identikit di Nicole Daza

Nicole Daza è una ragazza di Roma che il velocista classe 1994 ha conosciuto nel 2018 e con la quale è scattato un vero e proprio colpo di fulmine. Sul suo profilo Instagram (@nicole__daza) è possibile sbirciare varie istantanee del loro amore. I due sono diventati genitori di un maschietto, Anthony, e di una bambina, Megan, nati rispettivamente nel 2019 e nel 2020. L’atleta però ha anche un altro figlio, Jeremy, nato da una precedente relazione quando lui aveva solamente 19 anni.

Nicole Daza è la ragazza che ha rapito il cuore del velocista Marcell Jacobs. I due si sono incontrati nel 2018 e da quale momento, quasi con un colpo di fulmine, è iniziata la loro storia d’amore. Purtroppo sulla vita di Nicole non si hanno molte notizie, se non che lavorava come dipendente all’Outlet di Serravalle, tanto è vero che le prime fasi della relazione con lo sportivo si sono consumate al Nord Italia, non dimentichiamo infatti che l’atleta è cresciuto a Desenzano del Garda. Nicole ha una sorella, Francesca, anche lei fidanzata e mamma di due bambini. Di recente si è trasferita a Roma per stare accanto al suo compagno e crescere i suoi figli.

 

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Finalmente il mondo è stato in grado di incontrare il successore di Usain Bolt. Marcell Lamont Jacobs, un italiano di 26 anni, ha sorpreso tutti dopo aver vinto la medaglia d’oro nei 100 metri a Tokyo 2020, con il tempo di 9”80. Non era nei piani di nessuno che Jacobs salisse sul podio. In effetti, molti dei suoi connazionali non sapeva nemmeno chi fosse.

Lo riporta il quotidiano spagnolo La Vanguardia. Lamont Jacobs taglia il traguardo davanti a F. Kerley (9”84) e A. de Grasse (9”89) e il tumulto prende il sopravvento sui giornalisti italiani e sulla confusione. Pochi minuti prima Gianmarco Tamberi era uscito vittorioso nel salto in alto, regalando all’Italia due medaglie d’oro in meno di dieci minuti. Tamberi è stato capito, chi per molti avrebbe dovuto vincere l’oro a Rio 2016, ma Jacobs? “Se sappiamo a malapena chi è… Il nostro uomo forte era Filippo Tortu”, racconta un corrispondente di Tokyo al giornale mattutino iberico.

“Onestamente, penso che a cui auterò una settimana o qualcosa per capire cosa è appena successo. Per essere campione olimpico dopo Bolt…” dichiaròun emozionato Lamont Jacobs dopo essere diventato noto in tutto il mondo come il nuovo uomo più veloce del pianeta. Che ti piaccia o no, ognuno inciderebbe il proprio nome sul fuoco proprio come le vene sono contrassegnate sulla loro muscolatura sporgente.

Poco si sa di Marcell Lamont Jacobs, il nuovo portatore del fulmine di Bolt, il nuovo uomo più veloce del mondo, quello che ha restituito la velocità in Europa dopo Linford Christie a Barcellona nel 1992. Lamont è italiano ma è nato a El Paso, Texas. Suo padre, un americano; sua madre, corsivo. Trascorse a malapena alcuni mesi negli Stati Uniti quando dovette andare in Italia con la madre, in particolare a Brescia, vicino al Lago di Garda.

Per eredità di suo padre, lo sport era sempre dentro di lui. Come buon figlio di un americano, durante la sua infanzia ha praticato il basket e si è persino lasciato tentare dal calcio, ma era all’età di 10 anni quando la velocità ha fatto la sua chiamata e ha ingannato Marcell Lamont per il resto della sua vita. Nel 2011, per fare buon uso delle sue capacità, ha provato il salto in lungo con paretti buoni risultati: nel 2016 ha vinto i Campionati Italiani di Salto In Lungo e a fine 2017 ha raggiunto il decimo posto al mondo con un record personale di 8,07 metri. Ha anche battuto il record nazionale, ma non è stato convalidato a causa delle condizioni del vento che superavano i 2,8 metri al secondo.

Un infortunio al ginocchio lo ha costretto ad abbandonare il salto in lungo e tornare alle corse sprint a partire dal 2018, una disciplina che finirebbe per catapultarlo al successo mondiale. Ai Mondiali di atletica leggera 2019 di Doha ha battuto il record italiano nella staffetta 4×100 metri con cronometro di 38′’11. E questo stesso, a Savona, è diventato l’uomo più veloce della storia d’Italia con un record di 9”95.

Fan convinto della Formula 1 e del britannico Lewis Hamilton, Lamont Jacobs è già padre di tre persone all’età di 26 anni. Da oggi in poi si può sempre dire loro, con orgoglio e soddisfazione, che una volta era l’uomo più veloce del mondo.



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