Vanessa Ferrari, chi è il fidanzato Simone Caprioli? Età, rugby, altezza, foto, figli, vita privata e Instagram



Vanessa Ferrari mostra felice la medaglia d’argento. In carriera le mancava soltanto il podio olimpico. Compirà 31 anni il prossimo 10 novembre. Nessuna ginnasta italiana era riuscita a partecipare a 4 Giochi Olimpici. È in forza al Gruppo Sportivo dell’Esercito. Nata ad Orzi nuovi, è sempre stata allenata da Enrico Casella alla Brixia Brescia



Simone, innamoratissimo della sua Vanessa, non manca di condividere scatti insieme alla sua fidanzata. I due sono una coppia da circa 3 anni e hanno passato insieme anche il lockdown del 2020; proprio in quell’occasione, Caprioli ha creato per la Ferrari una vera e propria palestra casalinga per poter continuare gli allenamenti e prepararsi al meglio alle sue gare e – ovviamente – alle Olimpiadi. Con qualche attrezzo, infatti, Simone Caprioli e Vanessa Ferrari sono riusciti a creare nel salotto di casa una sala di tutto rispetto. La coppia ha anche due bellissimi Husky Siberiani dai quali non si separano mai. La storia con l’atleta olimpica è serena e felice e i due si mostrano sempre più innamorati e complici, ogni anno che passa.

i confini della realtà. Meravigliosa, incredibile, magica, inenarrabile, straordinaria. Possiamo mettere assieme tutti questi aggettivi per definire il corpo libero di Vanessa Ferrari, l’araba fenice dello sport italiano. Sedici anni dopo la prima apparizione, dominante da junior tra le più grandi ai Giochi del Mediterraneo di Almeria, 15dopo lo straordinario oro mondiale nel concorso completo ad Aarhus.

Il primo, perché ogni volta Vanessa stabiliva un primato. A 30 anni, un’età che nella ginnastica artistica indica quasi sempre la pensione da qualche tempo. Fatta eccezione per Chusovitina che ha partecipato eli suoi ottavi Giochi, tutte le avversarie dell’epoca si occupano d’altro. La ragazzina fattasi donna e matura e completa e capace di frenare persino il suo istinto da tigre, il 2 agosto del 2021 ha chiuso un cerchio e una battaglia con il destino che l’aveva spezzata, nemmeno piegata, più volte e in ogni modo. Il calvario di Vanessa è visibile nelle cicatrici sul corpo e indicato in quelle nell’anima: operazioni ripetute ai piedi e al tendine d’Achille infine laceratosi e poi ricostruito nel 2017.

Cinquecentotre giorni senza pedana, fenna a chiedersi se sarebbe mai tornata E poi le beffe di giurie e regolamenti, su tutte a Londra 2012, le lacrime di rabbia incredula e stupita Appaiata alla russa Mustafina nella finale al corpo libero. Ma esclusa dal podio, soltanto quarta, perché quel regolamento premiava in caso di parità la migliore esecuzione. Ancora adesso da non crederci e infatti Vany non ci crede guardando la giapponese Murakami e la russa Angelina Melnikova condividere al suo fianco il podio del bronzo (anche se entrambe con lo stesso punteggio di esecuzione e difficoltà). Oppure pensando alla scelta die Barshim eTamberi hanno potuto effettuare. Non fosse bastata questa beffa, ecco il quarto posto a Rio, un passo in uscita, punito da giudici Ma questa volta doveva essere diverso, anche dopo il Covid che l’ha femiata per tre settimane, la qualificazione agganciata all’ultimo momento in Coppa del Mondo.

Tre diagonali, non quattro per non rischiare di rompersi ancora. Ma gli arrivi tutti stoppati a perfezione, come su una monetina: 1 o Tsukahara avvitato in prima diagonale seguito poi dal doppio teso, dall’enjambè cambio anello, enjambè cambio 360°, il Ferrari, cioè lo strug ad anello che nel codice porta il suo nome, in quanto dalei effettuato per prima, salto tempo, Tsukahara, Gogean, doppio giro in presa, giro vela, teso avanti smezzato e doppio raccolto in chiusura Non è bastato a battere l’esercizio molto acrobatico ben eseguito dalla statunitense Jade Carey, che ha ricevuto 14,366 per il coefficiente di difficoltà di 6,3 contro il 5,9 attribuito a Vanessa. Ma questo significa che Vanessa ha incantato i giudici e oltre al pubblico televisivo con la sua esibizione da 14,200.

Eppure non è parsa subito contenta, miss Ferrari. E il motivo è nella essenza: vuole

vincere. E lo ammette: «Sono partita puntando all’oro, volevo far suonare l’inno, ho dato tutto. Sono felicissima di aver fatto quello che dovevo fare come lo avevo sognato. I salti artistici, la coreografia, il giro, volevo che tutto emozionasse la giuria e chi mi guardava, e spero di esserci riuscita, non potevo fare di più. Mi ha fatto strano vedere due bronzi ex aequo, mi sono detta: perché a Londra a me no? Dedico comunque questo argento alla famiglia, al mio ragazzo, a tutti quelli che hanno creduto in me quando neanche io ci credevo. Quando tutti pensavano che non sarei tornata e non ce l’avrei fatta, a quelle persone che mi hanno presa da zero e riportata fino a qua».

Un minuto e 30″ di magia sulle note di “Con te partirò” per stabilire un nuovo record: prima individualista italiana a salire su un podio olimpico. Unica medaglia precedente al femminile della ginnastica con la squadra ad Amsterdam 1928, le leggendarie giovani della Ginnastica Pavese. Un minuto e 30″ di incanto per chiudere i conti e salutare. «È arrivato un argento bellissimo. Avevo in mente di chiudere questo percorso al meglio e ce l’ho fatta. Ora vado in vacanza, mi enno, poi cercherò di capire quale sarà la mia strada in futuro. Il mio allenatore Enrico Casella è certo che continuerò a gareggiare magari fino a Parigi? Lui non ne ha ma io devo valutare, anche stavolta avevo molto male ai tendini. I piedi sono i miei. Deve trovare il modo per sistemarli prima di tutto. Ma non lascerò la ginnastica, è la mia vita Prima volevo anche dimostrare alle ragazzine che si può fare ginnastica fino a una certa età Che non bisogna buttarsi giù. Volevo essere un esempio diverso, per loro. A fine agosto partirà il mio camp, per ora soltanto mia settimana, poi spero possa diventare un’abitudine per tutte le bambine ma voglio farlo nel modo migliore e devo capire». Era mio scricciolo, orgoglioso, timido e mi po’ selvatico. Volava e talvolta cadeva Vanessa è diventata mia dea della ginnastica e poi mia donna matura superando ostacoli infiniti, battendo la maledizione olimpica al quarto tentativo. Ora la fine è perfetta. Leggendaria.



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