Marina Ripa di Meana mette all’asta i suoi gioielli



Questo articolo in breve

Era convinta che le liti in famiglia dovessero finire sui giornali, perché «così rimane tutto scritto». Per questo Marina Ripa di Meana, l’anticonvenzionale e bellissima marchesa scomparsa nel 2018, probabilmente non si sarebbe stupita né dispiaciuta della guerra mediatica scoppiata tra i due figli a proposito della sua eredità. Succede infatti che la figlia Lucrezia Lante della Rovere, nata dal primo matrimonio di Marina con Alessandro Lante della Rovere, abbia deciso di mettere all’incanto i gioielli della madre nell’esclusiva asta di Pandolfini in programma il prossimo 23 giugno a Firenze.



Una scelta che ha suscitato l’ira e l’immediata reazione di Andrea Ripa di Meana Cardella, fidato assistente di Marina e del marchese Carlo Ripa di Meana, suo secondo amatissimo marito dal 1982, che la coppia aveva adottato all’età di 48 anni. «Sono fuori di me», ha dichiarato all’agenzia Ansa Andrea, che ha vissuto in casa dei coniugi fino alla loro scomparsa, avvenuta nel 2018 a soli due mesi di distanza: «Sono i gioielli a cui Marina teneva più di tutto, mai e poi mai li avrebbe dati all’asta, erano gioielli di famiglia, voleva rimanessero alla famiglia.

C’è in particolare un anello che mai avrebbe venduto. Era una donna sopra le righe, ma molto tradizionale nella sfera familiare. E che fa la figlia? Mette all’asta per poche centinaia di euro gioielli costati milioni?». E ancora, riferendosi a Lucrezia, che dal canto suo ha preferito il silenzio nonostante il pesante attacco: «Lei vuole togliere completamente di mezzo anche il ricordo della madre, ha ancora le ceneri in un angolo della cucina, quando Marina voleva fossero disperse in mare.

L’ultima persona che Marina ha voluto accanto prima di morire sono stato io, non è stata la figlia. Sono certo che Marina non avrebbe mai venduto quei gioielli che erano regali di Carlo, miei e di altre persone». E a proposito di quei preziosi, Andrea con l’agenzia Adnkronos ha aggiunto: «Lei me lo ripeteva più volte: “Quando non ci sarò più li darò a Lucrezia e Lucrezia alle figlie’’. Ma così non è avvenuto. E stata tradita la sua volontà».

Dal canto suo la famosa e qualificata casa d’aste non ha fatto una piega, e ha pubblicato un catalogo dei monili alternati a immagini tratte dall’intensa vita sociale dell’artista, scrittrice e attivista, quasi simile a una biografia: “Donna controcorrente”, si legge, “con una grande passione e sensibilità per l’arte e per la moda è, forse, spesso ricordata per il suo apparire caratterizzato dalla voglia di ornarsi di accessori eccentrici, insoliti e assolutamente singolari: non vi era red carpet, prima teatrale, sfilata di moda in cui non si presentasse sfoggiando uno dei suoi gioielli stravaganti e fuori misura, forse è più semplice dire esuberanti come lei, che in certi casi erano dei veri oggetti d’arte di design, in altri erano firmati da grandi artisti, gli uni e gli altri erano degli unicum che su di lei diventavano capolavori”.

Sentite infatti quali pezzi fanno parte della collezione composta di “accessori eccentrici, insoliti e assolutamente singolari della vivace e luminosa protagonista della vita mondana dagli anni della Dolce Vita romana a quelli social di questi anni 2000”, secondo quanto si legge nel catalogo: «Tra i 43 lotti ricordiamo una grande spilla a colonna in oro, onice e diamanti, un bracciale a forma di fiocco in oro giallo con diamanti e una grande acquamarina, un altro bracciale rigido di forma geometrica con diamanti firmato Schullin. A dimostrazione di quanto li amasse, ecco i brac
ciali Momolite di J. Rivière e il bracciale a forma di grande diamante in filo di acciaio».



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