Massimiliano Ossini domani 29 dicembre torna con “Kalipè – A passo d’uomo”



Questo articolo in breve

Dopo vent’anni di carriera in giro per il mondo, conducendo Linea verde, Uno mattina verde, Mezzogiorno in famiglia e Linea bianca, Massimiliano Ossini – “il sorriso” della Rai – conquista la vetta più importante della carriera: la prima serata.



Dal 29 dicembre il conduttore napoletano, 42 anni, sarà su Raidue con Kalipè – A passo d’uomo, il programma dedicato alla salvaguardia dell’ambiente e realizzato nello studio televisivo più alto del mondo, a 3.462 metri sul livello del mare, in cima alla cabinovia del Monte Bianco. «Sono emozionato, spero che vada bene. Ma se c’è qualcosa che mi ha insegnato la montagna è che se si cade bisogna rimettersi in piedi e continuare ».

A fare il tifo per Ossini c’è tutta la sua famiglia, la moglie Laura Gabrielli, imprenditrice, e i tre figli Giovanni, Melissa e Carlotta, che lo aspettano nella casa di Ascoli Piceno dove il conduttore torna appena può. Anche a costo di macinare settecento chilometri in macchina «solo per fare colazione insieme. Sono queste le cose che contano per davvero». Che programma sarà Kalipè? «Scatteremo una fotografia dello stato di salute della Terra: il riscaldamento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacciai, la biodiversità che scompare.

Ma non saremo catastrofisti: ci faremo spiegare dagli scienziati cosa si può fare per cambiare. Per salvare il mondo ciascuno di noi deve fare il suo». In famiglia cosa fate per l’ambiente? «Riduciamo la spazzatura. Acquistiamo prodotti sfusi o con confezioni compostabili. Giovanni, mio figlio, è il più bravo di tutti. È lui che ci riprende se dimentichiamo le luci accese o sprechiamo l’acqua. Viene spesso nei campi con me, conosce i cicli dell’agricoltura.

Raccogliamo insieme le olive per il nostro olio, sa quanta fatica c’è dietro la produzione». I suoi figli cosa dicono del suo esordio in prima serata? «Sono contenti. Anche perché il programma l’ho scritto facendomi aiutare da loro, specialmente da Melissa e Carlotta, che quando accendono la Tv lo fanno per guardare Il Collegio, mica Linea bianca. E così gli ho chiesto: come lo devo fare questo programma per farmi guardare da voi?». E cosa le hanno risposto? «“Facci sognare”: volevano immagini belle, di posti dove non possono andare.

E mi hanno suggerito di metterci dello spettacolo, per alleggerire. I primi ospiti saranno Sting e Nek». Nessuno dei suoi ospiti ha avuto difficoltà a salire fino a 3.500 metri? «Tutti tranquilli, almeno fino alla funivia. Poi però, prima di entrare nello studio, si fermavano sempre a riprendere fiato. A quell’altezza cambia tutto, anche il respiro. Persino gli strumenti musicali vanno riaccordati».

Dopo tutto quello che ha visto con i suoi programmi, quanto è preoccupato per l’ambiente? «Penso che l’uomo abbia gli strumenti per riparare ai suoi errori. Più che nel panico, sono preoccupato. Basta guardare cosa succede ai ghiacciai, con il Gran Sasso diventato un nevaio. E il rischio valanghe sempre più alto, come dimostra ciò che è appena accaduto a Sondrio.

Conoscevo Jacopo Compagnoni (fratello della sciatrice Deborah, ucciso da una valanga a Valfurva, ndr), era un amico. Ci aveva ospitato due anni fa nel suo albergo per la puntata di Linea bianca di Natale. Era guida alpina, conosceva il territorio.

È stato vittima del rialzo delle temperature, che rende instabile la neve». Tre figli e una vita in viaggio. Come fa con la famiglia? «Ho una grandissima moglie, più brava di me nella gestione di tutto. E poi appena finisco di lavorare torno a casa, non importa quanti chilometri debba fare.

Non vado alle feste, non frequento i locali e non vivo a Roma. La mia vita è ad Ascoli Piceno, con loro: al massimo esco per il calcetto con gli amici. Quando i figli saranno grandi, comincerà forse una seconda vita. E inseguirò le mie passioni». Quali? «Vorrei riprendere a viaggiare insieme a mia moglie. Vorrei portarla in Islanda, che è una bellissima terra». Ma non l’ha già visto tutto, il mondo? «Magari. Fosse per me ripartirei subito per l’Argentina, la Cina, il Giappone, la Bielorussia… Devo continuare? ».



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