Meghan, le bugie vengano a galla



Mentre i duchi di sussex facevano la loro marcia  trionfale al gala Salute to Freedom a New York – evento che ricorda i veterani di guerra Usa – elegantissimi, Meghan in rosso fuoco Carolina Herrera, Harry in smoking Giorgio Armani, medaglie e papavero rosso al petto, da questa parte della sponda atlantica si veniva a sapere che una corte londinese aveva ascoltato le parole di Jason Knauf, parole che potranno rivelarsi disastrose per il buon nome di Meghan Markle.



Alla stragrande maggioranza di noi il nome di Jason Knauf dice poco o niente. In realtà, si tratta di un guru della comunicazione, ex addetto stampa dell’ex coppia reale (e per sette anni ombra dei duchi di Cambridge), l’uomo che nel 2018 accusò la Markle di bullizzare almeno tre membri dello staff. Knauf nei giorni scorsi ha testimoniato davanti a un giudice nel secondo round del processo di Londra sulla privacy violata della duchessa dai tabloid. A inizio anno Meghan aveva fatto causa al Mail on Sunday, domenicale del Daily Mail, per aver pubblicato parte di un’accorata lettera a papà Thomas e aveva vinto.

La società editrice, potentissima e ricchissima, si attivò subito per fare ricorso. Le parti in causa sono state chiamate dal giudice nei giorni scorsi. Ebbene, Knauf, testimone della società, ha dichiarato che, in febbraio, la duchessa mentì: Meghan era ben consapevole che la lettera al padre sarebbe stata pubblicata e per questo aveva scelto parole ed espressioni che avrebbero «toccato i cuori» di sudditi e lettori. Non solo.

La duchessa (con Harry) collaborò a piene mani con i giornalisti Omid Scobie e Carolyn Durand alla stesura di Finding Freedom, l’esplosivo libro che racconta la versione di Harry e Meghan sulla Megxit, ossia l’addio alla Corte e alla famiglia reale, fornendo la sua versione, favorevole, su alcuni fatti che avevano fatto scalpore, come la scelta della tiara per le nozze – lei ne voleva una, la regina gliene diede un’altra, non senza acrimonia – e alcuni episodi della sua infanzia con i Markle.

A sostegno delle sue affermazioni bomba, Knauf ha portato copie di mail. Prove schiaccianti. Infatti la duchessa ha subito chiesto scusa alla corte per aver «sviato» la giustizia britannica durante quel primo procedimento giudiziario, aggiungendo che, però, lo fece in maniera del tutto «involontaria», perché, ha dichiarato, si era «scordata» di aver scritto quelle mail a Knauf. Il quale ha, tra l’altro, dichiarato che la Markle non solo gli inviò le mail, ma gli diede pure istruzioni precise a voce, di persona.

Se questo procedimento d’appello con cui il Mail sta cercando di ribaltare la prima sentenza dell’Alta Corte dovesse dare ragione alla società editrice, Meghan e Harry potrebbero trovarsi questa volta di persona in un tribunale britannico a testimoniare sotto giuramento (durante il primo procedimento in aula si erano presentati gli avvocati della coppia). E la duchessa, se fosse provato che durante il primo procedimento aveva mentito, rischia di essere incriminata per spergiuro.



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