Monica chi è la moglie di Alberto Angela? Età, carriera, vita privata, padre, Stanotte a Napoli e figli



Questa sera la Rai per far passare una serata di Natale davanti la tv con tutta la famiglia ha scelto di mandare in onda Alberto Angela con il programma Stanotte a…. Napoli



Non tutti sanno che Alberto Angela è andata a Parigi esattamente 1962 dopo aver conseguito gli studi nella capitale francese, il ragazzo torna il nostro paese è fila laurea in Scienze Naturali La Sapienza di Roma.
Il conduttore ha fatto tantissimi viaggi in giro per tutto il mondo, ma le sue abitudini rimangono quelle di un tipico italiano, Infatti Alberto Angela inizia alle tue giornate e così:
Due espressi, uno di seguito all’altro. Meglio se in compagnia della mia famiglia: quattro chiacchiere, qualche barzelletta con i figli e la giornata può cominciare. Quando sono all’estero mi porto sempre il caffè dall’Italia, non riesco a farne a meno, ovunque mi trovi”.

Monica è il nome della moglie di Alberto Angela il noto conduttore e divulgatore scientifico nonché figlio di Piero Angela. Stando a quanto emerso in tutti questi anni la moglie del divulgatore scientifico è sempre stata lontano dai riflettori nonostante comunque il marito sia molto conosciuto, famoso e anche tanto amato. Ma cosa sappiamo di lei e soprattutto della sua vita privata? Conosciamola meglio.

Monica, chi è la moglie di Alberto Angela

Della moglie di Alberto Angela conosciamo il fatto che sicuramente è una donna molto riservata e che si è mantenuta lontano dai riflettori. I due si sono sposati quando erano piuttosto giovani e infatti hanno celebrato da poco 28 anni di matrimonio.

Il loro è un legame molto forte e lo stesso Alberto ha tentato da sempre di tenere unità la sua famiglia e soprattutto lontana da ogni tipo di gossip.  Alberto Angela con Monica ha fatto tre figli maschi, Riccardo vicolo Edoardo e ultimo Alessandro.

Alberto e la moglie condividono tante passioni, come ad esempio quella per il nuoto e per il cinema. Secondo quanto riferito da lui stesso, per tenersi in forma fa diverse vasche tutte le mattine e di conseguenza si reca in piscina tutti i giorni prima di andare a lavorare.

Alberto Angela Stasera su Rai 1 con Stanotte a Napoli

A Napoli lei ormai è di casa. Com’è nato il suo amore per la città: è stato un colpo di fulmine? «Direi che è stato un innamoramento graduale. Ho iniziato a visitarla da adolescente. E già allora avevo intuito che a Napoli fin da quando arrivi alla stazione e scendi dal treno la vita alza il volume.

Lì è tutto a voce più alta. E io, che sono un forestiero perché arrivo dal nord Italia, mi sono sentito subito a casa. Ancor prima di ottenere la cittadinanza onoraria». Napoli incanta per il suo splendore e le sue mille contraddizioni. A chi possiamo paragonarla: a una bella signora, a un anziano saggio, a un bambino curioso o…?

«Tiene in sé un po’ tutte queste anime, ma a me piace paragonarla a un caro amico. A una persona che conosco da anni e che, ogni volta che torno, mi accoglie con un sorriso che esprime il piacere di ritrovarci insieme». Qual è il punto migliore per iniziare a esplorare Napoli?

E lei, a “Stanotte a…” da dove è partito? «Dal mare. Se Napoli avesse avuto davanti a sé al posto dell’acqua una grande pianura erbosa, la sua storia sarebbe stata molto diversa. Il mare è la metà silenziosa della città, un’oasi calma e intima, il posto in cui si ammirano tramonti straordinari, quello dove si sente il “respiro” dei Greci che l’hanno fondata. Il Golfo di Napoli è fatto da due braccia protese verso il Tirreno: è come se ti stringessero al petto per farti sentire tutto il loro calore». L’anima greca vive ancora oggi?

«Sì, e la raccontiamo attraverso la storia di un mito: Maradona, che non è solo il più grande calciatore di tutti i tempi, ma è un eroe greco moderno perché i napoletani lo hanno reso immortale. Questo non sarebbe mai potuto succedere a Düsseldorf, per esempio, ma solo in una città come Napoli che ha tremila anni di storia. Lo spieghiamo bene anche grazie alla testimonianza di Salvatore Bagni, compagno di squadra del “pibe de oro”». Ci sono altri ospiti famosi?

«Nel nostro viaggio ci accompagna come ha già fatto in altri “Stanotte a…” Giancarlo Giannini, che ora veste i panni di Carlo di Borbone, il re che nel Settecento ha forgiato la città. Marisa Laurito racconterà i tanti Natali trascorsi a Napoli in compagnia di personaggi illustri. Abbiamo anche dato una fortissima impronta musicale alla trasmissione, perché Napoli è l’unica città in cui i pronipoti cantano le canzoni degli avi.

In giro non si sentono solo le ultime hit e i brani storici di Pino Daniele, ma anche “Comme facette mammeta” che è del 1906! Quindi abbiamo invitato il grande Massimo Ranieri, che ci ricorda l’importanza della canzone napoletana nel mondo, Serena Autieri, che fa rivivere l’atmosfera del “café chantant” (un piccolo palco dove giovani artiste cantavano e danzavano) nel Salone Margherita, il teatro che si trova sotto il pavimento dell’imponente Galleria Umberto I.

E canta pure Serena Rossi, che illustra il forte legame tra la città e il caffè: anche se la bevanda è nata in Etiopia, è a Napoli che è diventata un simbolo. E solo in una città generosa poteva nascere il rito del “caffè sospeso”, quello che si lascia pagato all’avventore sconosciuto che entrerà dopo di noi al bar».



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