Stefano De Martino oggi martedì 28 dicembre in Tv con il Bar Stella di nonno, su Rai2



Va dallo psicologo da tre anni. Adora lo scrittore Ennio Flaiano e durante i suoi viaggi tra Napoli (dove lavora) e Milano (dove abita) ascolta audiolibri di Jane Austen e dei romanzieri russi per recuperare i grandi classici che non ha letto da ragazzo.



E dice che il femminismo è stata una liberazione anche per i maschi: «La parità dei ruoli genitoriali ci ha concesso di avere rapporti più intimi con i nostri figli. Se penso a quante cose si sono persi i padri di 30 anni fa… o mio figlio me lo prendo, me lo bacio e gli dico “ti amo” tre volte al giorno.

Mio padre con me l’avrà fatto tre volte in tutta la sua vita». Signore e signori, ecco il nuovo Stefano De Martino: il 32enne showman napoletano continua a essere il bel ballerino che abbiamo conosciuto ad Amici (ha studiato al Broadway Dance Center di New York grazie a una borsa di studio), è sempre amato dalle donne di qualsiasi età e cerca di stare lontano dal gossip anche se non è facile con 4,5 milioni di follower e una ex che si chiama Belén con cui condivide un figlio (Santiago, 8 anni).

In questo periodo si sta concentrando sulla crescita professionale e i risultati si vedono: da quando è passato a Raidue, nel 2019, ha condotto con successo Made in Sud e Stasera tutto è possibile, che tornerà a fine febbraio 2022.

Inoltre tra pochi giorni farà il suo debutto, anche come autore, in Bar Stella (dal 28 dicembre alle 22.50 su Raidue, per 4 serate), che ha preso nome e look proprio dal bar che per 100 anni è stato gestito della famiglia di Stefano, nella piazza centrale della sua Torre Annunziata. Raccontaci: che programma sarà? «Uno show serale basato su un canovaccio e tanta improvvisazione. Ci sono artisti e comici che vanno e vengono come i mille personaggi dei bar. Per avere questo feeling ci siamo frequentati per qualche mese. Un lusso, di questi tempi».

È il primo programma che scrivi. Vuoi convincere tutti che non sei solo bello? «Sono io la prima vittima di questo pregiudizio. A volte faccio delle scelte per dimostrare a me stesso di essere un’altra cosa. Poi spero di riuscire a convincere anche gli altri. Chissà». Che aspettative hai? «Vorrei dare agli spettatori un’ora di divertimento leggero.

C’è l’inflazione dei superlativi, ci sono sempre ospiti eccezionali. Noi saremo la pietra di paragone di tutta questa straordinarietà. Anche il programma dei miei sogni è così: un “late show”, uno spettacolo serale, che dura un mese, tutte le sere, in cui ci si diverte con leggerezza». Late show, Rai, giovane conduttore… Ti poni come l’anti Cattelan?«No, ma quando mai! Alessandro mi piace molto, è il nostro Jimmy Fallon, l’unico capace di intervistare in inglese e tradurre simultaneamente.

I suoi riferimenti sono più americani rispetto ai miei: lui è nato in Sky e questo fa sì che il suo prodotto sia più moderno. Io ho avuto esperienze solo nella Tv generalista e forse ho un appeal più, come dire, tradizionale. Ma c’è posto per tutti. I conduttori in Tv sono sempre stati tanti». Ti piace tenere un basso profilo. Modestia o sei un po’ furbetto? «Semplice prudenza. Ho imparato sulla mia pelle cosa vuol dire essere il personaggio del momento.

Sono diventato molto noto da giovane. Come tanti ragazzi di 19 anni non ero a fuoco: avevo tanta attenzione, ma poche cose da dire. A volte potevo stare zitto». Rimpiangi qualcosa? «Chiunque quando si riguarda nelle foto dei 18 anni trova qualcosa da ridire, un misto di tenerezza e di vergogna. Normalmente questi ricordi sono a casa dei genitori, chiusi in un cassetto. Le mie foto invece le ha viste tutta l’Italia.

A volte vorrei poter fare reset, accendere una lucetta rossa e dire: “Eccomi qua! Salve, piacere, sono Stefano”». Però quella fase è stata dietro al tuo grande successo. «Credo di sì. Il pubblico mi ha visto crescere davanti ai propri occhi». E poi sulla bellezza ci hai sempre giocato. «La bellezza è una raccomandazione. Ma finisce. Quanto al fisico, io sono un danzatore, un atleta: vivo il corpo in maniera spudorata, senza malizia. Era lo strumento con cui mi esprimevo.

Ma prima o poi l’addominale cadrà pure a me». La consapevolezza quando è arrivata? «Lo psicologo aiuta. Non capisco come uno possa fare palestra quattro ore alla settimana o andare sempre dal parrucchiere e poi non prendersi cura della mente. Il cambiamento vero, però, è venuto quando è nato Santiago». Era il 2013, a 22 anni eri famosissimo e ti prendesti un anno sabbatico. «Fu la decisione giusta. Sono pazzo di lui: adoro dormire con lui, baciarlo, annusarlo. Sto con lui più che posso, a volte faccio Napoli-Milano in giornata. “Santi” è molto sensibile e attento, mi dà tanto affetto. Sono un uomo fortunato. Poi crescerà, e cambieranno i modi. Ma il legame tra noi sarà sempre forte e profondo. Viscerale. Già lo so».



Lascia un commento