Amal e George Clooney sfida non Putin e minacciano…



La moglie del divo George, avvocatessa peri diritti civili, si è unita alla task force internazionale di specialisti che indagherà a titolo gratuito per dimostrare i crimini di guerra -per ora solo presunti-compiuti dall’esercito russo di Vladimir Putin nell’ucraina del presidente Volodymyr Zelensky



Ha un nome che fa sempre rumore. E non solo perché è la moglie dell’attore George. Amal Alamuddin Clooney è una delle avvocatessè per i diritti civili più note al mondo. Ha case sfarzose nei luoghi che contano, dalla campagna londinese, a Los Angeles, in Costa Azzurra passando per il lago di Como.

Potrebbe organizzarci ricevimenti e feste, ma fa vita ritirata. Amai è soprattutto il suo lavoro. Negli anni ha rappresentato uomini e donne che sono diventati simboli di coraggio contro ogni genere di oppressione: da Julian Assange, fondatore di Wikileaks, alla giornalista filippina Maria Ressa, passando per Nadia Murad, la donna yazida prigioniera dei miliziani dell’Isis.

Non solo. È stata anche consigliera di Kofi Annan (mancato nel 2018) per la questione siriana quando lui era inviato speciale delle Nazioni Unite e della Lega araba in Siria. Risale a quell’epoca uno dei primi incontri col presidente russo Vladimir Putin.

Allora, una decina di anni fa, lo “zar” era considerato dalla comunità internazionale un interlocutore affidabile. Oggi è il carnefice che ha ordinato all’esercito russo l’invasione dell’ucraina. E lui e Amai si ritrovano su fronti opposti.

L’avvocatessa infatti ha deciso di far parte della task force internazionale di avvocati che indagherà gratuitamente sui presunti – finché non saranno dimostrati – crimini di guerra dei soldati russi e di Putin (come mandante) nella martoriata terra ucraina. «Voglio svelare i soprusi», avrebbe detto a George.

Non è la prima volta che Amai lavora per l’Ucraina: ha già difeso l’ex primo ministro Yulia Tymoshenko finita in prigione nel 2011 con l’accusa di abuso di potere, mentre il suo rivale Viktor Yanukovich diventava presidente. Allora come oggi, sul Paese gravava l’ombra degli interessi della Russia. E adesso che la situazione è degenerata, Amai interviene dalla parte di chi è stato invaso.



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