Drusilla Foer, personaggio dall’età indefinita creato da Gianluca Gori, 55 anni di Firenze



Chioma cenerina, eleganza sofisticata e vestiario ricercato non possono essere un caso! Drusilla Foer sembra proprio trarre ispirazione dalla leggendaria Carmen Dell’Orefice, modella 90enne dall’inossidabile avvenenza che, nonostante l’età, continua a calcare le passerelle di tutto il mondo detenendo lo scettro di professionista più pagata.



In un’epoca in cui tutti puntano all’emulazione di sex symbol imberbi e dalla fresca beltà, nel vestire panni femminili, Gianluca Gori (che di Drusilla è l’inventore) potrebbe aver intuito che il modo migliore per trionfare nello showbiz sia di andare controcorrente rifacendosi a chi della propria stagionatura ne ha fatto un vessillo e ironizza su di essa. Tanto Drusilla quanto Carmen beffeggiano infatti il tempo che passa e dimostrano di non considerarlo un tabù.

Quante volte abbiamo sentito Foer pronunciare affermazioni quali “ormai ho un’età” o ancora “sono una vecchia zia e ne vado fiera”? Allo stesso modo la modella Dell’Orefice fa spesso riferimento ai suoi anni senza tardare a fantasticare su un epilogo in cui, stando al suo testamento biologico, gli scarti del suo “involucro” verranno cestinati anziché divenire un feticcio funerario. In questo spirito, la top model ha dichiarato: «Non credo al business da sepoltura e sono una donatrice di organi: ciò che di me può rivelarsi utile per qualcun altro lo si ricicli pure, quanto al resto, lo si getti nell’immondizia. M’importa solo di morire con i miei tacchi alti».

Drusilla e Carmen conservano insomma un’ironia pungente, a tratti politicamente scorretta, che nessuno si sognerebbe però di contestare, complici quei modi compassati e carichi di charme in cui le due rifilano le loro battute controverse e talvolta al veleno, vedi il Festival di Sanremo e le freddure di Foer che, per rispondere all’irriverenza di Iva Zanicchi, ha detto di considerarsi più colta di lei lasciandola senza parole (ma pare che fosse stata per prima Iva a individuare nella cultura quel “qualcosa in più” che avrebbe Drusilla).

Le analogie tra Foer e Dell’Orefice non finiscono qui, entrambe sono infatti sopravvissute alla scomparsa dei loro affetti stabili, risollevandosi dallo sconforto che si è accompagnato alla perdita degli stessi… Nella finzione, Drusilla è vedova di Hervé Foer, in merito al quale, intervistata da Silvia Toffanin, ha dichiarato: «Lui appartiene al ramo belga della famiglia Dufour, quella delle caramelle, io sono tuttora madame Foer anche se lui non c’è più.

Ci siamo conosciuti a New York e poi abbiamo vissuto a Bruxelles. Un periodo bellissimo». Con la medesima capacità di non perdersi d’animo mista a una vena di tangibile malinconia, in un documentario sulla sua vita, Dell’Orefice ha raccontato: «Negli ultimi anni, sia un uomo che ho amato profondamente, che mia madre sono scomparsi. Ne ho tratto una filosofia e ho capito che non posso trattenere le persone, ma posso aiutarle a morire senza rimpianti. Non puoi apprezzare la vita se non ti prepari alla fine delle cose». Oltre che da presenza di spirito, fascino ed arguzia, Carmen e Drusilla sono altresì accomunate da una ragguardevole altezza che si estende lungo una figura sottile e affusolata, ma questo non può considerarsi un plagio, bensì una dispensa naturale che, sposandosi con tutto il resto, contribuisce a rendere i profili femminili in questione dannatamente simili l’uno all’altro.



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