Hai capito chi è Liliana Segre? Età, padre, madre, storia, guerra, biografia, Birkenau e vita privata



Nata da famiglia ebrea nel 1930, Segre fu espulsa dalla scuola in gioventù a seguito dell’emanazione delle  leggi razziali italiane nel 1938. Nel 1943 fu arrestata insieme a molti suoi parenti e deportata nel campo di Birkenau. Nel 1990 inizia a parlare pubblicamente della sua esperienza, soprattutto ai giovani.



Biografia

Nata a Milano da famiglia ebrea, Liliana Segre viveva con il padre Alberto e i nonni paterni Giuseppe Segre e Olga Loevvy. Sua madre, Lucia Foligno, morì quando Liliana aveva un anno. La sua famiglia non era praticante, quindi la consapevolezza di essere ebrea arrivò a Liliana solo dopo il dramma delle Leggi Razziali Italiane del 1938, per il quale fu espulsa dalla scuola.

In seguito all’intensificarsi della persecuzione degli ebrei italiani, suo padre la nascose con gli amici utilizzando documenti falsi. Il 10 dicembre 1943, all’età di tredici anni, Liliana Segre tentò di fuggire in Svizzera insieme al padre e a due cugini, ma tutti e quattro furono respinti dalle autorità svizzere. Il giorno successivo fu arrestata dai fascisti a Selvetta di Viggiù, Varese. Dopo sei giorni di carcere a Varese, è stata trasferita a Como e infine a Milano, dove è stata trattenuta per 40 giorni.

Il 30 gennaio 1944 Liliana Segre fu deportata dal binario 21 della  Stazione Centrale di Milano  al campo di concentramento di Auschwitz , dove arrivò sette giorni dopo. Liliana fu subito separata dal padre Alberto, che non rivide mai più e che sarebbe morto il giorno successivo, il 27 aprile 1944. Il 18 maggio 1944 i nonni paterni furono arrestati a Inverigo , in provincia di Como , e deportati dopo poche settimane ad Auschwitz, dove furono uccisi anche loro all’arrivo il 30 giugno.

Durante la selezione, Liliana Segre si è tatuata con il numero di serie 75190. Per un anno ha lavorato come lavoratrice forzata nella fabbrica di munizioni Union, che apparteneva alla Siemens . Durante la sua prigionia, ha subito altre tre selezioni. Alla fine di gennaio 1945, dopo l’evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania.

Liliana Segre fu liberata dall’Armata Rossa il 1 maggio 1945 dal campo di concentramento di Melchow, un sottocampo del campo di concentramento di Ravensbrück , in Germania. Dei 776 minori italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, solo 35 sopravvissero, Liliana inclusa.

Dopo l’Olocausto nazista, Liliana Segre si trasferì nelle Marche dove visse con i nonni materni, gli unici sopravvissuti della sua famiglia. Nel 1948 Liliana conobbe Alfredo Belli Paci, cattolico anche lui tornato dai campi di concentramento nazisti, dove fu mandato per rifiutarsi di aderire alla Repubblica Sociale Italiana : i due si sposarono nel 1951 ed ebbero tre figli.

La testimonianza della reclusione

Stolperstein  per Alberto Segre, padre di Liliana

Per molto tempo Liliana Segre non ha voluto parlare pubblicamente della sua esperienza nei campi di concentramento. Come per molti bambini dell’Olocausto, il ritorno a casa ea una vita “normale” non è stato facile. Liliana Segre ricorda anche che in quegli anni non trovò orecchie disposte ad ascoltarla:

Era molto difficile per i miei parenti vivere con un animale ferito come me: una ragazzina tornata dall’inferno, che si diceva mansueta e rassegnata. Presto ho imparato a tenere per me i miei tragici ricordi e la mia profonda tristezza. Nessuno mi capiva, ero io che dovevo adattarmi a un mondo che voleva dimenticare gli eventi dolorosi appena accaduti, che voleva ricominciare da capo, desideroso di divertimento e spensieratezza.

Solo all’inizio degli anni ’90 ha deciso di rompere il silenzio: da allora ha partecipato a convegni e assemblee scolastiche per raccontare la sua storia ai giovani, anche a nome dei milioni che l’hanno condivisa con lei e non hanno saputo comunicare esso. Nel 1997 è tra i testimoni del film documentario Memoria , presentato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino .

Nel 2004 viene intervistata, insieme a Goti Herskovits Bauer e Giuliana Fiorentino Tedeschi, da Daniela Padoan in Come una rana d’inverno. Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz ( Come una rana in inverno. Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz ). Nel 2005 la sua storia è raccontata più dettagliatamente in un libro-intervista di Emanuela Zuccalà, Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre fra le ultime testimonianze della Shoah ( Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre tra le ultime testimoni della Shoah) .

Nel 2009 la sua voce è stata inserita nel progetto Racconti di chi è sopravvissuto , indagine condotta tra il 1995 e il 2008 da Marcello Pezzetti per conto del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, che ha portato a la raccolta delle testimonianze di quasi tutti i sopravvissuti italiani ai campi di concentramento nazisti ancora in vita. Nello stesso anno partecipa al documentario di Moni Ovadia  Binario 21 ( Platform 21 ) diretto da Felice Cappa, ispirato al poema Dos lid funem oysgehargetn yidishn folk ( The Song of the Murdered Jewish People ) scritto dal poeta russo Itzhak Katzenelson.

Il 27 novembre 2008 l’ Università di Trieste ha conferito a Liliana Segre la laurea honoris causa in Giurisprudenza. Il 15 dicembre 2010 l’ Università di Verona  gli ha conferito la laurea honoris causa in Pedagogia.

Senatore a vita

Il decreto di nomina a senatrice a vita di Liliana Segre firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il 19 gennaio 2018, anno che segna l’80° anniversario delle Leggi razziali italiane , il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella , in base all’articolo 59 della Costituzione italiana , ha nominato Liliana senatrice a vita per altissimi meriti nella campo sociale.

Liliana Segre è la quarta donna a ricevere la carica, dopo Camilla Ravera , Rita Levi-Montalcini ed Elena Cattaneo .



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