Pareti e mensole di casa Brilli sono punteggiate di immagini che guidano in un viaggio emozionale. Immagini di vita e d’amore. Ci sono gli occhi di Nancy, belli e felini come quelli dei gattoni che girano per il salotto, ci sono i ritratti presi da film e pièce teatrali, ci sono amici, colleghi e c’è l’evoluzione di un bimbo biondo, dalla culla all’uomo che è oggi. «È Francesco, mio figlio (nato dalle nozze con Luca Manfredi, ndr). Ha 22 anni, studia a Londra, ha una ragazza ed è l’amore grande della mia vita.
L’unico amore». Come l’unico amore? «Ammetto che in questo momento sono parecchio corteggiata, ma non sono interessata. Sono concentrata sul lavoro, sulla famiglia, sugli amici, che poi per me sono un po’ la famiglia che ti scegli. La mia esistenza è piena di affetto e calore. Ho una vita completa, come completa mi sento io senza un uomo accanto. È una bella conquista, sai?». Non ti manca un compagno, qualcuno che ti stringa e ti tenga compagnia? «Sono sempre circondata da persone, la compagnia non mi manca. Ho scoperto il piacere di stare da sola, senza dover rendere conto a nessuno.
Ciò che mi manca è la condivisione profonda». Da quanto non sei innamorata? «Da un bel po’. Da quando è finita la mia ultima storia (con Roy de Vita, ndr), quattro anni fa. Il tempo ha un valore e ce ne vuole prima di ricominciare una relazione dopo che per quindici anni hai convissuto, costruito un legame, una famiglia. E ci hai creduto tanto. Ma non c’era altra strada, allora: non ci interessavano più le stesse cose e senza un progetto comune un legame non va avanti».
Quanta saggezza! Cosa chiedi da una storia d’amore? «Sono esigente, come lo sono nei rapporti in generale. Chiedo lealtà e sincerità totali, come ne do io. E poi, come dicevo prima, desidero condivisione piena di principi e ideali nel quotidiano. Non è così automatico che accada nelle relazioni». Nelle tue è accaduto? «Sì, ma a intermittenza. In amore sono stata molto amata e molto ho amato. Ma sono stata anche tradita, e l’ho sempre scoperto a posteriori, a legame finito.
Non avrei, comunque, potuto tollerare l’infedeltà: se finisce la fiducia io non vado da nessuna parte». Ti sei domandata il perché dei tradimenti? «Certo. Uno mi disse che doveva affermare la sua indipendenza da me perché si sentiva sopraffatto dall’amore, voleva sentirsi meno dipendente…». Che tipo di compagna pensi di essere? «Divertente, affettuosa, su di me si può sempre contare, ma certamente non sono una donna che si sottomette.
Se mi sento offesa, se avverto di essere trattata con prepotenza, se penso che qualcuno voglia, appunto, sottomettermi, scatta l’Ariete che c’è in me e reagisco. Mi so difendere». Ti è mai capitato? «È accaduto che uno se n’era partito con uno schiaffo e io ho risposto con un calcio. Quella mia reazione istintiva, animalesca, mi aveva disgustato. “Fermi tutti”, ricordo di essermi detta, “questa storia sta prendendo una brutta piega”. E me ne sono andata. Il rispetto è al primo posto in ogni relazione, l’ho sempre insegnato a mio figlio».
In amore sembri una tosta. Nel ruolo di mamma come sei? «Ho cresciuto Francesco con amore infinito, facendolo sentire protetto, al sicuro. Abbiamo un legame fortissimo, di totale complicità, senza che per questo lui mi viva come un’amica. Gli ho dato confini nei quali muoversi e binari solidi sui quali correre. E ho sempre cercato di essere per lui la mamma che avrei voluto avere io». In che senso? «Mia mamma è mancata quando avevo 10 anni e di lei, purtroppo, non ricordo praticamente nulla.
Pare ci adorassimo, ma il dolore per la sua perdita è stato talmente grande che, forse per difesa, è come se io avessi rimosso il passato. Sono stata cresciuta dalla mia nonna paterna. Mio papà oggi si sta rivelando un nonno presente e attento, molto più di quanto non lo sia stato con me. Ora c’è un bell’equilibrio». In equilibrio lo sembri anche tu. «È così. Ci ho lavorato tanto. Avevo bisogno di mettere un punto. Di ripartire su basi diverse. Mi ha aiutato andare in analisi per tre anni.
Lì ho capito le mie responsabilità nella fine dei legami, per esempio. Prima o poi tutti terminavano con estenuanti bracci di ferro per avere ragione sull’altro. E con il tentativo degli altri di cercare di cambiarmi, di dominarmi». Quali sarebbero le responsabilità? «Sono indipendente, una che se la sbriga da sola. Oggi ho imparato che a volte è bello appoggiarsi e chiedere. E io non ne ero capace. Ho smesso di pensare che chi mi sta accanto mi debba leggere nella testa, capendomi nel profondo. Meglio parlare ed esternare pensieri e necessità. Inoltre, quando ero più giovane ero più impulsiva, passionale, più preda, e quindi anche vittima dell’istinto e degli eventi.
Ho imparato a essere più cauta, a gestire meglio le emozioni, anche se ancora oggi se mi piace qualcosa mi butto a capofitto e do tutta me stessa». Dopo questa nuova consapevolezza credi sempre nell’amore? «Sì, ma confesso che mi sta bene la vita che ho ora, mi basto e non ho bisogno di una persona che la completi o che mi faccia sentire completa. Per dire: non cerco l’altra metà della mela. Io sono la mela intera, se poi ci vogliamo aggiungere del caramello, va benissimo».
Credi anche nell’amicizia uomodonna e nella solidarietà femminile? «Certo. Tra i miei migliori amici ci sono un elettricista e un autore Tv. Tra le mie amiche donne c’è un’insegnante di recitazione e poi Chiara Noschese e Margaret Mazzantini, interprete e autrice di Manola, con le quali siamo adesso a teatro. Sono un bell’esempio di solidarietà e stima femminile autentiche. Ci siamo scelte, ci diamo sostegno a vicenda. Ed è meraviglioso».
Quando sceglierai, invece, il tuo prossimo amore, come lo vorresti? «Con il senso dell’umorismo, l’eleganza d’animo e di idee, risolto, affettuoso. E con quella serietà tipica dei bambini quando affrontano qualcosa che desta davvero il loro interesse». E lui che Nancy troverà? «Più forte, sicura, solare. Non più desiderosa di rassicurazioni. La fame d’affetto che avevo un tempo l’ho sedata. Ho un bell’equilibrio e voglia di guardare la vita con più leggerezza, condividendo bellezza e allegria».
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