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Allegri pensa di avere una rosa limitata per qualità, certo non vicina a quella delle sue vecchie Juventus, ma in attacco si affida ancora all’iniziativa individuale. E contro il Napoli l’unico giocatore capace di fare la differenza è stato Chiesa. Federico non è il giocatore ideale di Max perché gioca poco coi compagni: «Ha qualità straordinarie nel tirare e puntare – ha detto Allegri a settembre -. Ci deve mettere lo smarcamento della palla e la gestione, altrimenti dopo un’ora è da buttare via». Ecco, lo strano paradosso. Chiesa non è il tipo di Max ma ha in mano l’attacco. E ancora: Chiesa nonaiuta a giocare un calcio organizzato, un calcio di palleggio, ma in assenza di palleggio i suoi strappi diventano fondamentali.



Due Chiesa giallorossi La Juve di stasera quindi sarà un’anticipazione della primavera: Chiesa e Dybala insieme. Federico e Paulo sono stati rivali per un posto a metà settimana contro il Napoli ma restano i due giocatori più decisivi per la squadra: un talento tecnico e un talento atletico. Non per caso, sono due dei primi sei calciatori del campionato per dribbling riusciti. Insomma, per quello che si è visto finora, è difficile che la Juventus possa crescere offensivamente senza passare dalle giocate dei suoi due talenti offensivi. Per chi cerca una storia nella storia, prego rivolgersi alla storia. La famiglia Chiesa è stata vicina alla Roma a più riprese. Titolo di un giornale del 2001: “Inter e Roma si contendono Chiesa”. Nome sottinteso: Enrico. Altro articolo, questa volta del 2018: “La Roma si è informata della situazione di Chiesa con la Fiorentina”. Federico ha scelto la Juve con decisione, ma la Roma aveva fatto sapere che insomma, in caso di apertura sarebbe stata interessata.

Davide Federico non ha mai segnato all’Olimpico e l’anno scorso, quando la Juve ha giocato in trasferta contro la Roma, nemmeno era in squadra: era ancora tesserato per la Fiorentina, in attesa di un ok al trasferimento. Il suo ricordo giallorosso del cuore, così, resta la tripletta di un altro gennaio. Era il 2019 e la Fiorentina vinse 7-1 in Coppa Italia contro la Roma. Chiesa segnò tre volte, esultò in scivolata come fa ora e finì con gli occhi lucidi e le braccia al cielo, con una dedica in testa: Davide Astori. A pensarci, si commuoverebbe anche oggi.



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