Sedicenne suicida in casa famiglia, madre presenta un esposto: “Le vietarono i funerali della nonna”



La madre di una ragazza di 16 anni, trovata morta in una casa famiglia di Aulla, ha presentato una denuncia ai Carabinieri, sostenendo che in quella struttura si sono verificati diversi episodi gravi che hanno indotto la ragazza al suicidio.



La madre di una ragazza di 16 anni che si è suicidata ad Aulla (Massa Carrara) ha chiesto ai Carabinieri di indagare se la figlia si sia tolta la vita a causa delle presunte cattive condizioni della struttura terapeutica. La ragazza, originaria di Livorno, è stata trovata morta da un inserviente nel giardino della struttura terapeutica toscana a tarda notte. La Procura di Massa ha comunicato di voler effettuare un’autopsia con analisi tossicologiche. Sul coinvolgimento dell’avvocato livornese Bruno Neri, riferiscono oggi La Nazione, La Repubblica e Il Tirreno.

La madre della sedicenne avrebbe raccontato ai Carabinieri che la figlia aveva chiesto di poter partecipare al funerale della nonna lo scorso maggio, ma non le era stato permesso. Secondo la donna, che vuole capire cosa sia successo, “tante cose non tornano”. Sostiene che la figlia le ha raccontato in passato di essere stata messa in punizione per aver violato le regole e di aver condiviso la stanza con un ragazzo che la picchiava, ma che è stato trasferito solo un mese dopo. Secondo il rapporto della madre, la figlia è stata trasferita nella struttura dopo aver tentato il suicidio nel novembre 2020 con un mix di droghe, e le è stato assegnato un piano di trattamento.

La polizia di Aulla ha chiarito che una giovane donna si è suicidata impiccandosi a un albero nel giardino di casa venerdì scorso. La madre non sapeva che la figlia era stata uccisa fino al giorno successivo, poiché aveva lasciato due biglietti per gli amici e la famiglia. La sedicenne è stata trovata morta dopo aver istigato al suicidio, secondo le prime stime della procura di giovedì. L’istituto in cui è avvenuto l’incidente è noto come “Complex Numbers” e ospita giovani svantaggiati. La cooperativa Levante (ex Serinper), che gestisce numerose strutture nelle province di Massa Carrara e Lucca, è stata indagata dalla procura per corruzione, traffico di influenze e maltrattamento di madri e bambini ospiti. È il risultato di un’indagine della Procura.



Lascia un commento