Si indaga sulle chat di Alessia Pifferi per trovare il padre della piccola Diana: attesa l’autopsia



La tragica morte di Diana Pifferi, la bambina di 16 mesi che la madre ha lasciato sola in casa per sei giorni prima di abbandonarla alla morte, si arricchisce di dettagli. Oggi verrà effettuato l’autopsia per stabilire l’esatta causa del decesso e se la donna possa averle somministrato anche benzodiazepine. Nel frattempo, gli agenti della Squadra Mobile di Milano stanno indagando per cercare di rintracciare il padre della bambina, di cui non si è mai saputo nulla.



Le indagini sulle chat

Gli agenti del vicequestore Marco Calì stanno analizzando i tabulati telefonici della Pifferi per cercare di individuare il padre di Diana. La Pifferi era anche iscritta a diversi siti di incontri, dove ha conosciuto uomini che potrebbero essere i padri di sua figlia. Ha lasciato la figlia da sola per sei giorni mentre era in viaggio con il fidanzato, che non si ritiene essere il padre del nascituro.

Nel frattempo, il personale della Questura di Milano sta interrogando i vicini, i conoscenti ei parenti di Pifferi nel tentativo di ricostruire non solo il profilo della donna, ma anche le sue relazioni e di definire l’uomo che potrebbe aver perso la figlia senza sapere di averne una.

Nel frattempo le indagini sul drammatico omicidio di una bambina durante gli studi della morte. Gli investigatori sperano che i risultati dell’autopsia, attesi per oggi, chiariscano se la madre abbia sedato la figlia con benzodiazepine prima di soffocarla. Questo potrebbe spiegare perché i vicini non hanno sentito alcuno grido da parte della bambina.



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