Saranno i risultati dell’autopsia a chiarire le cause della morte di Sonia Diolaiti, 62 anni, il cui corpo è stato trovato ieri mattina in un appartamento di via Ortigara a Ferrara. L’ipotesi più probabile resta quella dell’avvelenamento. Il nitrato di sodio, che la figlia Sara Corcione ha messo nel suo tè, potrebbe essere stato il veleno utilizzatore. La 38enne si trova ora in carcere a Bologna con l’accusa di omicidio volontario, che potrebbe diventare premeditato se le accuse dovessero essere confermate: secondo gli inquirenti, infatti, la 38enne voleva uccidere la madre con cui aveva un pessimo rapporto e da cui si Sentita perseguitata, come lei stessa ha pronunciato durante l’interrogatorio di ieri nella caserma dei Carabinieri.
Sara Corcione, accusata di aver ucciso la madre, non ha ammesso il crimine ma ha confessato all’avvocato Gianni Ricciuti i dettagli della relazione travagliata che la univa alla madre. Le due viteno nello stesso palazzo ei vicini riferivano di aver sentito frequenti litigi tra le due. Sono stati alcuni conoscenti ad allertare le forze dell’ordine quando hanno iniziato a notare l’assenza di Maria Teresa Corcione, 62 anni, da alcuni giorni: l’ultima volta è stata vista mercoledì, giorno in cui sarebbe poi morta, avvelenata da un tè al nitrato di sodio servitole dalla figlia.
La 38enne era stata in cura da uno psicologico lo scorso anno, ma al momento, secondo le indagini, non sembra essere stata seguita dai servizi sociali o dai servizi di salute mentale. Nelle tre ore di interrogatorio, Sara Corcione – laureata in scienze dell’educazione e attualmente disoccupata – ha sviscerato il rapporto tra lei e la madre, caratterizzato da vecchi rancori che la donna si porta dietro dall’adolescenza. Il padre, morto quattro anni fa, era Stefano Corcione, ex primario di Radiologia a Ferrara e defunto professore universitario piuttosto noto in città.
Il corpo di Sonia Diolaiti giaceva nell’androne dell’abitazione al primo piano ed è stato trovato da carabinieri e vigili del fuoco che ieri mattina hanno fatto irruzione nell’abitazione dopo aver cercato di contattare qualcuno attraverso un sistema di citofoni senza ricevere risposta. I medici legali hanno sequestrato sostanze e bevande che sono state sottoposte ad analisi tossico, mentre la salma è stata trasferita all’Istituto di medicina legale di Ferrara dove sarà l’autopsia.
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