Ammazzato per un posto auto a Torre Annunziata, assenza di ergastolo per gli assalitori di Maurizio Cerrato: ai 4 accusati solamente 23 anni



Ucciso per un posto auto. Il suo nome era Maurizio Cerrato, un padre di famiglia. Fu tragicamente ucciso davanti ai suoi occhi per un posto auto a Torre Annunziata. Tutto accadde il 19 aprile 2021.



Perduto per un posto auto – La tragedia di Maurizio Maurizio, all’età di 61 anni, fu prima circondato e poi pugnalato all’interno di un parcheggio a Torre Annunziata, in provincia di Napoli. Purtroppo, morì poco dopo quell’attacco, tra le grida della figlia Maria Adriana e l’indifferenza quasi totale di chi aveva assistito all’aggressione (o come la stessa figlia lo definì “agguato”), perpetrata da quattro individui.

Cerrato aveva semplicemente fatto valere il diritto della figlia di poter parcheggiare l’auto lungo la pubblica via, in un posto occupato da una sedia. Un gesto ordinario che però costò la sua vita. La ragazza si era opposta al “diritto di prelazione” spostando la sedia e parcheggiando regolarmente la vettura.

Ammazzato per un posto auto – Gli eventi La figlia di Cerrato aveva spostato la sedia e parcheggiato. Al ritorno, però, aveva trovato uno dei pneumatici forato. Di fronte alle sue proteste, era stata affrontata e schiaffeggiata. Per questo motivo aveva deciso di chiamare il padre, custode al parco archeologico di Pompei, che si era recato sul posto. Successivamente aveva deciso di andare in un’area di parcheggio privata nelle vicinanze per sistemare l’auto della figlia e tornare a casa. Tuttavia, Cerrato non fece mai ritorno a casa: nel parcheggio fu affrontato da più persone, picchiato e, nonostante il tentativo di intervento della ragazza, trattenuto e pugnalato al petto. L’intervento dei soccorsi non fu sufficiente; Maurizio non ce la fece.

La Procura di Torre Annunziata Il 7 marzo scorso, aveva richiesto l’ergastolo per i quattro imputati. A formulare le richieste fu il sostituto procuratore Giuliana Moccia, al termine di una lunga e dettagliata requisitoria durante la quale il magistrato ripercorse tutte le fasi di quella tragica sera. Presenti, per la famiglia Cerrato, in quasi tutte le udienze, la vedova e la figlia della vittima.

Dopo due anni, la Corte di Assise di Napoli ha condannato a 23 anni di carcere i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella e Francesco e Antonio Cirillo, padre e figlio, per l’omicidio volontario di Maurizio Cerrato, il vigilante 61enne degli scavi di Pompei. Ucciso a Torre Annunziata (Napoli), davanti alla figlia, con una coltellata al cuore, la sera del 19 aprile 2021, dopo una lite per un posto auto.



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