Enrico Mentana critica Fazio e Annunziata: Non sono martiri



Enrico Mentana, giornalista esperto e attuale direttore del Tg de La7, ha espresso le sue opinioni sulle recenti dimissioni di noti giornalisti dalla Rai, come Fabio Fazio e Lucia Annunziata. Mentana critica coloro che, lasciando la televisione pubblica, assumono il ruolo di “martiri”. Per lui, non esiste un “diritto inalienabile” a essere sempre in onda.



La fine di un rapporto senza drammi

Mentana crede che sia meglio interrompere un rapporto senza fare scene o cercare di assumere un ruolo di martire. Non si può far intendere che con te o senza di te la libertà e la democrazia cessino di esistere. Nessuno è insostituibile e non esiste un diritto predestinato a lavorare in televisione o a realizzare trasmissioni. L’opportunità di lavorare in questo settore dipende da una combinazione di competenza, opportunità e compromessi.

La critica al sistema Rai e all’influenza dei partiti

Mentana critica il sistema che regola la Rai, evidenziando l’influenza dei partiti politici. Accettando di lavorare alla Rai, si sa che i partiti sono presenti e ci sarà sempre qualcuno che cerca di inserire i propri uomini o donne. Tuttavia, secondo Mentana, non c’è una lesione della democrazia, ma un “spoils system”. Sarebbe sufficiente una riforma per sottrarre la Rai al controllo dei partiti.

Differenze tra Fazio e Annunziata

Mentana riflette sulle recenti vicende che coinvolgono Fabio Fazio e Lucia Annunziata, evidenziando le differenze tra i due casi. Fazio avrebbe potuto negoziare il suo contratto in un periodo più lungo, non in tre giorni. Diversa è la situazione di Annunziata, che non ha un’altra televisione in cui andare. Ha scelto di lasciare il servizio pubblico criticando apertamente il governo. Mentana afferma che non puoi lavorare nel servizio pubblico e allo stesso tempo rifiutare chi governa. Chi governa deve essere sottoposto al controllo dell’opinione pubblica e dell’informazione.

Conclusioni

Secondo Mentana, il giornalismo richiede scelte, motivazioni e fair play. Non esiste un “Maradona del giornalismo” e tutti i giornalisti sono semplici lavoratori. Nessuno ha il diritto inalienabile di essere sempre in onda.



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