Grida disperate a Roma: Rossella Nappini uccisa senza pietà



La tranquilla via Giuseppe Allievo, nel quartiere Trionfale di Roma, è stata scossa da un terribile episodio. Rossella Nappini, una donna di 52 anni, è stata brutalmente uccisa nell’androne del suo edificio ieri pomeriggio. I vicini hanno udito le sue grida strazianti mentre implorava il suo aggressore di smettere: “Basta, basta, ti prego, fermati”. Ma il suo assassino non ha mostrato alcuna pietà, continuando a colpirla ripetutamente con una lama all’addome e alla gola.



Il Ricordo di un Vicino Preoccupato

Uno dei residenti di via Giuseppe Allievo ricorda l’ultimo incontro con Rossella: “Rossella l’avevo vista il giorno prima, passavo con il motorino e lei stava attraversando. Sembrava confusa, come stordita. L’ho quasi messa sotto… lì per lì le ho detto che era stata fortunata, invece a ripensarci adesso, sarebbe stato meglio che l’avessi investita, così magari sarebbe finita in ospedale e non veniva ammazzata come un cane.”

Un Quartiere Sconvolto

Il quartiere è in uno stato di sgomento. Nessuno può trovare pace, e lo stesso vale per le colleghe di Rossella presso l’ospedale San Filippo Neri, dove lavorava e dove aveva lottato per impedire la chiusura della struttura. “Aveva chiuso una storia e aveva una situazione sentimentale incasinata,” raccontano i colleghi, “ma niente che facesse preludere a un dramma simile.”

Una Vita Segnata da Minacce

Tuttavia, molti ricordano come tempo fa l’auto di Rossella fosse stata imbrattata di scritte e la carrozzeria rovinata da una serie di “ti amo” minacciosi. Era chiaro che qualcuno le stava dando fastidio, ma nessuno poteva immaginare quanto sarebbe potuto diventare tragico.

Un Passato di Dolori

Secondo la sua naturopata, Rossella soffriva di frequenti dolori alla schiena e alle braccia. La naturopata aveva pensato inizialmente che fosse dovuto al suo lavoro, ma ora non è più sicura. “Ultimamente aveva sempre dolori forti alla schiena, poi ogni tanto si lamentava per un braccio mezzo rotto,” ricorda la specialista, “non sapevo nemmeno facesse l’infermiera. Forse tutti quegli acciacchi li aveva per via del suo lavoro, o chissà. Non voglio nemmeno pensarci…”

Una Triste Realtà: Un Femminicidio?

Mentre la polizia continua a cercare l’assassino e ha ispezionato i cassonetti vicino al centro commerciale “Agorà” alla ricerca dell’arma del delitto (senza successo), molti vicini sono convinti che si tratti di un altro tragico caso di femminicidio. “Non si può spiegare altrimenti,” racconta un anziano, “so che si era separata e aveva un nuovo compagno. Li stanno cercando.”

L’amministratore di condominio, Paolo Tedesco, descrive una scena agghiacciante: “La polizia mi ha convocato dicendomi di chiamare l’impresa di pulizie perché c’è una situazione devastante all’interno.” Un’immagine che resterà per sempre impressa nella memoria di questa comunità sconvolta.



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