L’incredibile verità sul caso Impagnatiello: le ricerche sul cloroformio portano a una sconvolgente scoperta



Alessandro Impagnatiello è attualmente dietro le sbarre dal 1° giugno scorso, accusato dell’omicidio brutale della sua fidanzata, Giulia Tramontano, avvenuto il 27 maggio nella loro casa a Senago. Le 37 coltellate inflitte alla donna incinta al settimo mese erano già un atto di estrema violenza, ma le indagini successive hanno rivelato dettagli ancora più scioccanti sulla crudeltà di Impagnatiello.



L’Attesa Macabra a Aeroporto

Gli atti delle indagini condotte dai carabinieri della Omicidi di via Moscova hanno rivelato un fatto agghiacciante. Il 5 febbraio, Impagnatiello era all’aeroporto, in attesa del ritorno della sua fidanzata Giulia, che aveva passato alcuni giorni dai suoi genitori. La donna era incinta del loro bambino Thiago, e Impagnatiello era perfettamente a conoscenza di questa gravidanza. Tuttavia, ciò che emerse in seguito fece rabbrividire tutti. Mentre aspettava Giulia, il barman stava già pianificando il suo omicidio. Le ricerche effettuate da Impagnatiello su Google in quei momenti indicano che stava cercando di procurarsi del cloroformio per avvelenare Giulia e il nascituro.

L’Orrore delle Ricerche Online

Undici giorni dopo questa data, Impagnatiello riuscì a procurarsi il cloroformio tramite il sito Letslab, utilizzando un nome falso. Si fece chiamare Andrea Valdi e ritirò il pacco in un deposito Gls il 6 marzo. Ma il cloroformio non fu l’unico veleno che tentò di utilizzare per compiere il suo orribile gesto. Impagnatiello cercò anche di avvelenare Giulia con del topicida e dell’ammoniaca. Le indagini hanno rivelato ricerche spaventose effettuate dal 29enne tra dicembre 2022 e marzo 2023, tra cui: “ammoniaca feto,” “veleno per topi,” e “quantità di veleno per topi necessaria per uccidere una persona.”

L’orrore di queste ricerche online getta luce su un lato oscuro e spietato di Alessandro Impagnatiello, sottolineando la premeditazione e la crudeltà dei suoi atti.



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