Milly Carlucci, alcuni segreti della conduttrice del Cantante Mascherato



Milly Carlucci giunge al nostro incontro con un’ora e mezza di ritardo. Appena entra nel locale, tutti la notano: è imponente, in abito nero, con capelli rossi pettinati come Rita Hayworth e tiene due cesti di fiori, uno per me e uno per la sua addetta stampa: «Un omaggio per due belle donne», afferma con il suo sorriso e la sua voce vivace, e si siede.



Ci saremmo dovuti incontrare presso il teatro di posa della Rai, da dove va in onda Il cantante mascherato (torna sabato 18 marzo in prima serata su Raiuno), ma un problema con un costume di scena ha richiesto l’intervento di Milly fino a tarda notte, impegnata poi fino al primo pomeriggio.

A pranzo ordina una bottiglia d’acqua e cioccolato fondente. Non pranza mai? Cristina D’Avena racconta che da trent’anni la vede consumare solo insalate. «Certo che pranzo! In auto ho i miei snack proteici. Ero vegetariana, ma ero sempre stanca. Ora ho introdotto la carne bianca, a malincuore, e seguo un regime alimentare preciso, basato sull’indice glicemico. Sto bene».

Passiamo a Il cantante mascherato: perché piace questo programma? «Ci sono identità celate, maschere, il mistero… Se coinvolgiamo il pubblico, diventa una sorta di gioco di società collettivo». È vero che nemmeno il suo assistente sa chi siano i 12 concorrenti segreti? «Esatto, solo sei persone lo sanno.

Anche nel backstage è tutto top secret». Quest’anno avete ottenuto il sabato sera. «Coinvolgeremo il pubblico dai 60 anni in su, che rappresenta l’Italia vera, un Paese anziano. Un pubblico che non frequenta i social e non ama le polemiche».

Tuttavia, nella giuria di Ballando con le stelle ha incluso Selvaggia Lucarelli, regina delle polemiche social. «È una donna moderna: intelligente, in carriera, molto bella. È incisiva e si esprime senza curarsi di chi la pensa diversamente.

Si dirige verso le polemiche. Accanto a lei c’è Carolyn Smith, una donna dolcissima, poi Mariotto… La giuria di Ballando è interessante perché è un caleidoscopio di opinioni. Serve a intrattenere». Insomma, lei e Selvaggia avete fatto pace? Sembrava ci fosse tensione. «Non abbiamo mai litigato». E la giuria? È confermata? «Non ci abbiamo ancora pensato. Sono concentrata su Il cantante mascherato».

Che risposta diplomatica. Lei è davvero così perfetta in tutto? «Stanotte mi sono coricata alle tre, secondo te al mattino quando mi sveglio sono così? C’è tutta una preparazione dietro. Quando entro nelle case degli italiani mi presento al meglio, non voglio portare i miei problemi personali». Non è mai stata colta in fallo? «No, in onda no. Per me è lavoro». Mai nemmeno una piccola gaffe? «La mia bravissima insegnante di filosofia al liceo diceva che chi non ha dubbi è un cretino. Io non sono l’incredibile Hulk. Sono timida, insicura e piena di dubbi.

Ma non sono cose che mostro al pubblico. Crescendo, mi sono data un punto di appoggio al quale aggrapparmi. Nel mio lavoro sono il capo e quindi, ad un certo punto, devo prendere decisioni e assumere il rischio delle scelte».

In un’intervista a Vanity Fair anni fa, lamentava che in tv alle donne non è permesso invecchiare. «È vero: nel cinema puoi, anzi devi invecchiare. Un’ottantenne che fa una quarantenne non è credibile. In tv, invece, anche nel giornalismo televisivo, a noi donne è richiesto di avere un aspetto senza età». Ha 68 anni. Non le pesa essere un personaggio delle fiabe, immutabile? «Sono talmente abituata e talmente allenata che non ci faccio più caso.

Certo, gli uomini sono più fortunati perché si fanno la barba e vanno in onda. Io invece…». Quanto tempo passa a prepararsi prima della diretta? «Un’ora e mezza. E per me è tempo perso. Come direttore artistico devo e voglio avere tutto sotto controllo fino all’ultimo momento, è il mio ruolo. E invece sto lì inchiodata alla poltrona del trucco con pennelli e spazzole a giocare alle bambole.

Ma lo devo fare: non potrei mai presentarmi in diretta con la coda e struccata, non funziona». Suo marito Angelo Donati, con il quale è felicemente sposata dal 1985, come la vede? «Come sono realmente: a qualsiasi ora finisco di lavorare, anche se sono le quattro del mattino, prima di andare a letto mi strucco e metto la crema per far respirare questa povera faccia. Poi mi stringo i capelli in una crocchia».

Suo marito ha un’azienda di costruzioni, lei è ricca. Dica la verità: non ha mai avuto bisogno di lavorare. «Al contrario, è parte della mia identità. Le donne della mia famiglia erano orgogliose di aver studiato e di lavorare. E ricordo ancora mio padre che diceva a me e alle mie sorelle di farci una carriera così nessun uomo ci avrebbe potuto comandare. I soldi sono un’arma di ricatto: una donna che non lavora e non ha mezzi propri, dove va? Vedo mia figlia Angelica: ha studiato molto, ha fatto tanti sacrifici, ha successo.

Ne sono orgogliosa». Cosa ne pensa del fatto che oggi al centro della scena politica ci sono Giorgia Meloni e Elly Schlein, due giovani donne? «Noi italiani arriviamo sempre in ritardo: le premier in Europa esistono da decenni. Ora in Italia abbiamo due belle donne al potere, la bionda e la bruna di Eva contro Eva, il classico duello. Ma non è la parità. Quella è ancora lontana. Ma finalmente stiamo ottenendo risultati interessanti». Usa spesso la parola “bella”.

Sa che in questa epoca di politicamente corretto alcuni la considerano offensiva? «Se una donna che fa il primo ministro, o il capo di un’azienda o di una banca, è anche elegante, bella e aggraziata, sarà una brutta cosa? Io non credo». Lei ha perseguito la sua carriera con determinazione, ha fatto di tutto: fotoromanzi, canzoni, film come Pappa e ciccia con Lino Banfi e Paolo Villaggio. «Per studiare all’Actors Studio a Los Angeles avevo bisogno di soldi perché mio padre avrebbe voluto una figlia architetto e non mi aiutava. Così mi davo da fare». Non rimpiange proprio niente dei suoi esordi? «Non avrò vinto l’Oscar, ma tutto serve.

Da Lino Banfi ho imparato che per improvvisare devi essere molto preparato. Quando si è giovani si provano molte strade, poi via via si lavora in sottrazione e si arriva alla vera essenza di se stessi. Infine ho capito come potevo esprimermi in tv». Quando è diventata Milly Carlucci televisivamente parlando? «Nel 1991, a Scommettiamo che…?». Cioè quando iniziò a lavorare con Fabrizio Frizzi. «Eravamo davvero molto amici. Mi chiamava sempre Millona». All’ingresso degli studi Rai dove vengono girati i suoi programmi c’è una foto di voi due insieme. «La guardo ogni volta che dalla redazione scendo in studio.

E ogni volta dedico un pensiero a Fabrizio». E che dice a Frizzi? «Gli dico ciao. E penso che non ci vediamo perché sta da un’altra parte, magari a Milano, magari in un altro paese. È un mio modo un po’ ingenuo di gestire il lutto, ma mi aiuta: penso che le persone siano semplicemente andate da un’altra parte. E che prima o poi ci rivedremo». Cosa cambierebbe di lei? «Il dolore. Da ragazza mi sono rovinata la schiena con il pattinaggio artistico. Ho avuto una brutta operazione, varie ernie, i polsi rotti. Ogni mattina mi sveglio per il dolore. E la situazione peggiora di anno in anno. Ma poi faccio la mia ginnastica per venti minuti e comincio a muovermi». Eppure oggi indossa un paio di scarpe con il tacco 10. «Ma è largo e comodo. Che vita sarebbe senza tacchi?».



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