​​


Orrore a Reggio Calabria Prima stuprata, poi zittita volevano che s’uccidesse



La piccola cittadina di Seminara, nella provincia di Reggio Calabria, è stata scossa da uno sconvolgente scandalo che ha rivelato la brutale realtà delle violenze sessuali perpetrate da giovani affiliati alla ‘ndrangheta contro due minorenni. La storia, che ha destato indignazione a livello nazionale, ha messo in luce una rete di complicità e intimidazione da parte dei familiari delle vittime, che hanno cercato in ogni modo di ostacolare la giustizia.



I Fatti

Per diversi mesi, due giovani ragazze sono state soggette a ripetute violenze sessuali da parte di un gruppo di giovani affiliati alla ‘ndrangheta. Queste atrocità erano state denunciate un mese fa, portando all’identificazione di 20 persone, quattro delle quali minori legate da vincoli di parentela con esponenti di vertice di cosche della ‘ndrangheta. L’operazione, denominata “masnada,” è stata condotta nel novembre scorso.

Le pressioni familiari

Ciò che rende questa storia ancora più tragica è la reazione dei familiari di una delle due minorenni. Hanno cercato disperatamente di impedire la collaborazione della loro stessa parente con la Polizia, arrivando persino a spingerla a compiere gesti autolesivi. Invece di sostenere e proteggere la giovane vittima, le hanno detto che “doveva suicidarsi.” Quando questo tentativo è fallito, l’hanno costretta a sottoporsi a una visita psichiatrica nel tentativo di farla passare per incapace di intendere e volere. È stata una vera e propria campagna di pressioni psicologiche e minacce per far ritirare la denuncia contro gli abusi subiti.

La reazione delle autorità

Fortunatamente, il piano dei familiari è fallito. Le denunce delle giovani vittime non sono state ritirate e gli agenti della Polizia di Palmi hanno emesso quattro misure cautelari. Due donne e due uomini, tra cui il fratello e la sorella di una delle vittime, sono ora agli arresti domiciliari e sono accusati di violenza, minaccia per costringere a compiere un reato e ostacolo alla giustizia, in concorso tra loro.

Le prove

Durante le indagini, è emerso che gli indagati avevano cercato di costringere la ragazza a sottoporsi a una visita psichiatrica per invalidare le sue dichiarazioni, tramite minacce e ricatti. Alcuni episodi di stupro sono stati addirittura filmati e pubblicati su internet. L’attività investigativa, che ha incluso intercettazioni telefoniche e ambientali, ha portato a credere che i giovani coinvolti, tutti legati da parentela a vari esponenti di vertice di cosche della ‘ndrangheta, abbiano perpetrato ripetute violenze sessuali di gruppo tra l’estate del 2022 e ottobre del 2023, coinvolgendo almeno altre vittime.

L’orrenda storia di Seminara ha svelato una realtà spaventosa di violenze sessuali e intimidazioni perpetrate da giovani affiliati alla ‘ndrangheta. È un triste esempio di come il potere delle organizzazioni criminali possa essere utilizzato per proteggere i colpevoli e sopprimere le vittime. Tuttavia, grazie all’intervento delle forze dell’ordine, la giustizia sta facendo il suo corso, e coloro che hanno commesso questi crimini atroci dovranno rispondere delle loro azioni davanti alla legge.



Add comment