Sapete perché il diesel costa più della benzina? Te lo diciamo noi



Nonostante le accise più basse, perché il diesel costa più della benzina? I recenti dati di Quotidiano energia e le comunicazioni dei gestori agli Osservaprezzi del Mimit mostrano che il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self service è di 1,820 euro al litro, mentre il diesel è di 1,871 euro al litro. Non si tratta di una novità: il gasolio è più caro della benzina dallo scorso marzo, ma il divario si è ampliato negli ultimi tempi per diverse ragioni.



Pur avendo un’accisa più bassa, il diesel è ancora più caro della benzina – un fenomeno che lascia perplessi e che si riscontra comunemente nelle stazioni di servizio! Di solito, con la fine dell’estate e il calo della domanda di benzina per la mobilità, la domanda di gasolio – utilizzato per i trasporti, la produzione industriale e il riscaldamento – aumenta drasticamente. Tuttavia, la differenza nella domanda dei due prodotti è di solito solo marginalmente di 3 centesimi al litro.
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Quest’anno la situazione è diventata sempre più grave a causa del conflitto in Ucraina, che ha causato una diminuzione delle importazioni di gasolio dalla Russia, lasciando all’Europa solo il 30% del suo fabbisogno. Questo ha portato a una maggiore differenza di prezzo tra benzina e gasolio, non solo in Italia, ma anche nei Paesi vicini come la Svizzera. Inoltre, con la limitata disponibilità di gasolio, le industrie si sono affannate ad acquistare una quantità di materia prima sufficiente per diversi mesi, al fine di evitare potenziali razionamenti o interruzioni delle forniture, dato che il 5 febbraio entrerà in vigore l’embargo dell’Unione Europea sui prodotti raffinati russi, che potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione.

Il taglio dello sconto di 18,3 centesimi al litro sulle accise, attuato dall’esecutivo Draghi poco dopo lo scoppio del conflitto, è stato un colpo costoso per l’Italia, costato 1 miliardo di euro al mese da marzo. Questo, oltre agli altri fattori già citati, spiega la variazione dei prezzi.
Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia: “La situazione è destinata ad aggravarsi in futuro!”.

Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ha espresso con passione la sua opinione all’Agi nel tentativo di valutare lo stato attuale delle cose. “Il futuro si prospetta cupo e possiamo solo pregare che non peggiori”, ha esclamato. “Siamo già in preda al panico per l’aumento di 20 centesimi delle accise sui carburanti, quindi posso solo immaginare il caos che si scatenerà se i prezzi aumenteranno e se sorgeranno altri problemi”.

“Il conflitto in Ucraina ha causato una grave interruzione delle nostre forniture di petrolio in Europa. Dipendiamo fortemente dalla Russia per quasi un terzo della nostra domanda e i commercianti hanno già smesso di acquistare da loro in previsione dell’embargo sui prodotti raffinati che entrerà in vigore il 5 febbraio”, ha esclamato appassionatamente Tabarelli. “Purtroppo le politiche ambientali messe in atto negli ultimi anni hanno limitato la capacità di raffinazione in Europa, il che significa che dobbiamo pagare di più il gasolio proveniente da altre fonti”. Ha concluso con aria determinata.



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