Violenza senza pietà: 16enne ridotta a morte cerebrale per una semplice questione di abbigliamento


Una Triste Fine per Armita Garawand

Una notizia tragica sta scuotendo l’Iran e l’opinione pubblica internazionale. Armita Garawand, una giovane di soli 16 anni, è stata dichiarata “cerebralmente morta” dopo tre settimane di agonia in un ospedale di Teheran.


L’Aggressione che ha Cambiato Tutto

Tutto è iniziato lo scorso 1° ottobre, quando Armita è stata aggredita in metropolitana da una guardia del treno. Il motivo di questa aggressione? La giovane aveva indossato in modo non corretto il velo che le copriva i capelli e parte del volto. Un gesto che avrebbe dovuto rimanere insignificante, ma che ha avuto conseguenze devastanti.

Una Lotta Tra Vita e Morte

Dopo l’aggressione, Armita è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Fajr di Teheran, dove è stata in coma per tre settimane. Durante questo periodo, i medici hanno fatto ogni sforzo per cercare di salvarla, ma purtroppo senza successo. Oggi, la giovane è stata dichiarata “cerebralmente morta”, segnando così una fine prematura e tragica alla sua giovane vita.

La Negazione del Regime Iraniano

Nonostante l’evidenza dei fatti, il regime iraniano continua a negare l’aggressione da parte del personale del treno a Armita Garawand. Questo atteggiamento ha sollevato indignazione sia all’interno che all’esterno dell’Iran. Molte persone ritengono che il governo stia cercando di nascondere la verità e di evitare proteste simili a quelle scaturite dalla tragica morte di Mahsa Amini nel 2022.

Una Storia che Fa Riflettere

La storia di Armita Garawand è un triste promemoria delle sfide che molte persone affrontano in tutto il mondo per difendere i propri diritti e la propria dignità. La sua morte prematura è un dolore per la sua famiglia e una perdita per la società iraniana. Resta da vedere come questa tragedia influenzerà il futuro dell’Iran e la lotta per i diritti umani nel paese.


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