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Ampie macchie nere nel cervello dei consumatori di cannabis: legame con la psicosi



Dopo la legalizzazione della cannabis per uso ricreativo in Canada nel 2018, si è registrato un aumento significativo dei casi di psicosi tra i consumatori. Secondo uno studio pubblicato su JAMA, le statistiche mostrano un incremento delle visite al pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri legati a episodi di psicosi, suggerendo un possibile legame biologico tra l’uso frequente della cannabis e il disturbo mentale.



Il nuovo studio, condotto da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università McGill, ha esaminato il cervello di circa sessanta individui, sia consumatori abituali di cannabis che non, utilizzando una forma avanzata di risonanza magnetica nota come “risonanza magnetica sensibile alla neuromelanina”. Questo pigmento, presente nei neuroni della substantia nigra e del locus coeruleus, gioca un ruolo cruciale nella neuroprotezione e nelle patologie neurodegenerative.

I ricercatori hanno scoperto che l’accumulo anomalo di neuromelanina nel cervello è associato a livelli elevati di dopamina. Questo neurotrasmettitore, fondamentale per vari processi fisiologici e per la regolazione dell’umore, è implicato nel piacere e nella ricompensa, ma un eccesso di dopamina può alterare i processi cerebrali e aumentare il rischio di psicosi. La coautrice dello studio, Betsy Schaefer, ha dichiarato: “L’eccesso di dopamina è in grado di alterare i processi cerebrali e aumentare il rischio di psicosi”.

Le scansioni cerebrali dei consumatori di cannabis hanno mostrato un aumento significativo delle macchie nere, un indicatore della psicosi. Lena Palaniyappan, il coordinatore della ricerca, ha notato che “nelle persone che fanno un uso eccessivo di cannabis, quelle macchie sono più scure di quanto dovrebbero essere per la loro età rispetto agli individui sani”. Questo fenomeno indica che i consumatori abituali presentano alti livelli di dopamina e, in alcuni casi, mostrano segni di invecchiamento cerebrale.

Il team ha osservato un incremento delle macchie nere in aree specifiche del mesencefalo, in particolare nella substantia nigra e nelle aree tegmentali ventrali, regioni associate alla psicosi. Ali Khan, coautore dello studio, ha affermato che “questo aumento è stato osservato nei pazienti con disturbo da uso di cannabis, indipendentemente dal fatto che avessero o meno un primo episodio di schizofrenia”.

In sintesi, gli autori dello studio concludono che l’uso prolungato di cannabis può causare alterazioni cerebrali simili a quelle riscontrate in individui affetti da psicosi. Questo potrebbe spiegare l’aumento dei casi di attacchi psicotici da quando la cannabis è stata legalizzata. I ricercatori hanno anche notato un modello di eventi psicotici ricorrenti tra gli adolescenti, caratterizzato da episodi lievi seguiti da attacchi più gravi.

Di conseguenza, è fondamentale che i consumatori di cannabis e gli operatori sanitari siano consapevoli dei rischi associati all’uso di questa sostanza, al fine di promuovere un consumo “sicuro e consapevole”. I dettagli della ricerca intitolata “Convergence of Cannabis and Psychosis on the Dopamine System” sono stati pubblicati su JAMA Psychiatry.

Il dibattito sull’uso della cannabis continua a essere di grande rilevanza, specialmente alla luce di questi nuovi dati. La comunità scientifica è chiamata a monitorare attentamente le implicazioni della legalizzazione della cannabis sulla salute pubblica, in particolare per quanto riguarda i giovani e i consumatori abituali.



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