Adolescente soffoca e infligge coltellate fatali a un bambino di sei anni, quindi si dirige a fare shopping



Il 2 maggio, un ragazzo di 15 anni è stato condannato a sette anni e nove mesi di reclusione da un tribunale della Meclemburgo-Pomerania Occidentale in Germania, per l’omicidio di Joel, un bambino di sei anni. Inizialmente accusato di omicidio colposo, l’adolescente ha ammesso di aver ucciso Joel dopo un tentativo fallito di soffocamento seguito da sette coltellate fatali.



Il tragico evento si è svolto il 14 settembre dell’anno precedente a Pragsdorf, un tranquillo villaggio dove Joel stava giocando. Non facendo ritorno a casa all’ora prevista, il piccolo è stato successivamente trovato senza vita in una siepe vicino a un campo di calcio, il corpo segnato da multiple ferite da coltello. Le indagini immediate hanno rivelato che l’ultima persona a vederlo vivo era stato l’imputato, un adolescente allora quattordicenne, noto per essere un amico di famiglia e occasionalmente custode di Joel.

Il motivo scatenante dell’omicidio, secondo quanto riportato, sarebbe stato un commento dispregiativo di Joel durante un gioco. L’imputato, temendo che Joel potesse raccontare l’accaduto ai suoi genitori, ha deciso di ucciderlo. Dopo il delitto, l’adolescente ha partecipato alle ricerche di Joel, tentando di depistare le indagini.

Durante le indagini, è emerso come il DNA dell’imputato fosse presente sul coltello utilizzato per l’omicidio. Nonostante iniziali contraddizioni negli interrogatori e la mancata scoperta dell’arma del delitto durante le prime perquisizioni, il coltello è stato infine trovato in una successiva perquisizione dell’abitazione dell’imputato, rafforzando il legame con l’omicidio.

La confessione dell’imputato è avvenuta solo a inizio aprile, poco prima del processo, quando ha rivelato di aver agito da solo. La procura ha quindi modificato l’accusa da omicidio colposo a omicidio volontario, richiedendo una pena detentiva di otto anni. L’avvocato rappresentante i genitori di Joel, co-querelanti nel processo, ha invece chiesto la pena massima di 10 anni, il massimo previsto dalla legge tedesca per minori in casi simili.

Questo tragico caso ha scosso la comunità di Pragsdorf, portando a riflessioni sulla sicurezza dei bambini e sulla supervisione degli adolescenti. Le indagini hanno sottolineato l’importanza di ascoltare e proteggere i più giovani, specialmente in contesti di apparente tranquillità. Le autorità locali sono ora chiamate a rafforzare le misure di sicurezza e a implementare programmi di supporto psicologico per prevenire futuri episodi di violenza giovanile.



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