Bambino di 6 anni costretto dal padre a correre sul tapis roulant a ritmi insostenibili per dimagrire, muore



In una vicenda che ha scosso la comunità, Christopher Gregor, 31 anni, è attualmente sotto processo per accuse gravissime legate alla morte del suo figlio di sei anni. Il caso, che risale a tre anni fa, è arrivato solo recentemente in corte, suscitando ampie discussioni sulla vigilanza e la protezione dei minori.



L’accusa principale rivolta a Gregor è quella di aver imposto al bambino esercizi fisici estremi, costringendolo a correre su un tapis roulant a velocità insostenibili per una persona della sua età. Un video di sorveglianza di un centro fitness, fondamentale per la ricostruzione degli eventi, mostra il minore che cade più volte mentre il padre lo trascina brutalmente sull’apparecchio, arrivando persino a mordergli la testa in un gesto di estrema violenza.

I tragici risultati di questi abusi sono emersi chiaramente dieci giorni dopo l’incidente, quando il bambino è morto in ospedale a causa di lesioni interne gravi. L’autopsia ha rivelato multiple contusioni, tra cui danni cardiaci e epatici, oltre a un quadro di sepsi causata da un trauma acuto al cuore, avvenuto poco prima del decesso. Le evidenze puntano a un abuso cronico, con segni di traumi contundenti a torace e addome.

Nonostante le gravi accuse, la difesa di Gregor ha avanzato un’interpretazione diversa degli eventi, attribuendo la morte del bambino a complicazioni derivanti da una presunta polmonite. Questa tesi si scontra però con i risultati delle indagini medico-legali, che delineano un quadro ben diverso e più inquietante.

Breanna Micciolo, madre del bambino e già separata da Gregor al momento dei fatti, ha portato una testimonianza cruciale, affermando di aver denunciato ripetutamente gli abusi subiti dal figlio. La sua narrazione ha sollevato interrogativi seri sulle risposte delle autorità preposte alla protezione dei minori e sull’efficacia del sistema di vigilanza esistente.

Questo processo non solo cerca giustizia per una giovane vita spezzata, ma mette anche in luce le criticità di un sistema che sembra aver fallito nel proteggere uno dei suoi membri più vulnerabili. La comunità segue con apprensione l’evolversi di una vicenda giudiziaria che, si spera, possa portare a riflessioni e miglioramenti nel modo in cui i minori vengono tutelati e difesi.



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