Caso Cerciello Rega: seconda fase d’appello per i cittadini USA, con il procuratore generale che afferma «Entrambi responsabili». Finnegan Elder riceve uno “sconto” di tre mesi



Nel cuore della notte tra il 25 e il 26 luglio 2019, il tranquillo quartiere di Prati a Roma è stato teatro di un evento tragico che ha catturato l’attenzione dell’Italia e oltre. Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, due giovani americani originari di San Francisco, si sono trovati al centro di una vicenda giudiziaria che ha sconvolto la loro vita e quella delle famiglie coinvolte. Durante le loro vacanze estive nella capitale italiana, sono stati accusati di aver ucciso il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, innescando un processo giudiziario lungo e complesso.



La Procura generale presso la Corte d’appello di Roma ha mantenuto inalterato l’accusa iniziale nei confronti di Elder e Natale Hjorth, nonostante l’intervento della Cassazione, che ha parzialmente modificato le prospettive sulla condanna di Natale Hjorth, eliminando l’accusa di concorso in omicidio ma aumentando la sua pena a 23 anni di reclusione. Questo dettaglio sottolinea la gravità del reato attribuito a Natale Hjorth, accusato di aver avuto un ruolo attivo nella notte dell’omicidio, nonostante non abbia materialmente inferto i colpi mortali.

Gabriel Natale Hjorth era consapevole che Elder possedesse un coltello militare e, nonostante avesse sentito i carabinieri identificarsi, ha ingaggiato una lotta con un altro militare, Andrea Varriale. La situazione è precipitata quando Elder ha colpito ripetutamente Cerciello, causandone la morte, mentre Natale ha poi aiutato a nascondere l’arma del delitto, dimostrando una fredda complicità nelle azioni successive all’omicidio.

Dall’altro lato, per Finnegan Lee Elder è stato richiesto uno sconto di pena, considerata l’ignoranza riguardo al ruolo dei carabinieri in Italia, riducendo la sua condanna a 23 anni e 9 mesi. Questo aspetto del processo solleva questioni sul riconoscimento e la comprensione dei ruoli e delle autorità in contesti internazionali, soprattutto in situazioni di estremo stress e panico.

Le testimonianze rievocano momenti di estrema tensione e drammaticità, con i carabinieri che cercavano di fermare i giovani e il tragico esito che ha visto Cerciello Rega perdere la vita. La difesa di Elder, basata sull’autodifesa in un momento di paura per la propria vita, contrasta con le prove fisiche e testimoni diretti che raccontano una storia diversa.

Questo caso ha riacceso il dibattito su temi quali l’uso della violenza, la legittima difesa, e le dinamiche socio-culturali tra turisti e forze dell’ordine. La sentenza attesa per il 25 giugno potrebbe non segnare la fine della vicenda, ma certamente un capitolo importante nella ricerca di giustizia per Mario Cerciello Rega e un momento di riflessione profonda per la società italiana e internazionale sull’importanza del rispetto delle leggi e delle culture al di là delle proprie frontiere.



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