Il brano “La banalità del male” di Marracash, prodotto da Marz, si conferma come una delle colonne sonore più attese della serie tv “Qui non è Hollywood”, in arrivo il 30 ottobre. Questo nuovo lavoro musicale si propone di esplorare le oscurità della psiche umana, riflettendo sulle sfide del male che ciascuno di noi vive, corroborato dalla tragica vicenda dell’omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto nel 2010 ad Avetrana.
Marracash si fa portavoce di una riflessione profonda con il suo nuovo singolo La banalità del male, parte integrante della colonna sonora della serie Qui non è Hollywood. La serie racconta la drammatica storia dell’omicidio di Sarah Scazzi avvenuto ad Avetrana e doveva inizialmente essere trasmessa il 25 ottobre scorso con il titolo “Avetrana – Qui non è Hollywood”. Tuttavia, la sua messa in onda era stata bloccata dal Tribunale di Taranto, su richiesta del sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, il quale richiese la modifica del titolo per evitare l’associazione diretta della città con il crimine. Il nuovo titolo, “Qui non è Hollywood”, sarà disponibile su Disney+ a partire dal 30 ottobre. Il testo di La banalità del male è stato scritto dallo stesso Marracash, mentre la musica è stata curata da Marz, che ha anche prodotto il brano. La canzone accompagnerà i titoli di coda di ciascuno dei quattro episodi, ognuno della durata di un’ora, nel quale la narrazione si snoda attorno agli eventi che hanno portato al famoso delitto. Ogni episodio offrirà un’angolazione diversa, raccontata dal punto di vista di un protagonista chiave: Sarah (Federica Pala), lo zio Michele Misseri (Paolo De Vita), la cugina Sabrina (Giulia Perulli) e la zia Cosima (Vanessa Scalera). La regia è firmata da Pippo Mezzapesa, la cui sceneggiatura è il frutto della collaborazione di Antonella W. Gaeta, Davide Serino, Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni, mentre la produzione è ad opera di Matteo Rovere con Groenlandia.
Il significato di “La banalità del male” di Marracash
Il titolo stesso del brano richiama il concetto filosofico elaborato da Hannah Arendt nella sua celebre opera “La banalità del male”. Qui, Arendt propone che atrocità indicibili possano essere compiute da individui apparentemente normali. Marracash riporta questa introspezione nel suo testo, avviando un dialogo tra la filosofia di Arendt e il tragico caso di Avetrana.
Nel brano, il rapper intraprende un viaggio nel reame oscuro della coscienza umana, delineando come il male, insito in ciascuno di noi, emerga nei momenti meno attesi. Attraverso il ritornello, Marracash esprime la sua lotta personale con il diavolo interiore, un simbolo della propria oscurità e delle tentazioni che viaggia nella sua mente. Questa stessa lotta suggerisce che, nonostante i tentativi di liberarsi dai propri demoni, essi sono ineluttabili. Il testo dell’artista evidenzia come il male non sia solo un concetto astratto, ma una realtà concreta che si annida nelle quotidianità, rendendo ogni casa un potenziale luogo di angoscia e disperazione, proprio come nel caso dell’omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto tra le mura domestiche.
“Sotto ogni letto c’è un mostro, devi andarci d’accordo” rappresenta una delle frasi più potenti del testo, offrendo una cruda consapevolezza su come il male possa manifestarsi nell’intimo delle nostre vite. Questa riflessione serve a mettere in evidenza la necessità di affrontare e comprendere il male che ci circonda, così come quello che risiede dentro di noi.
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