Non gli pagano il lavoro, muratore rientra in cantiere e demolisce con il martello pneumatico



A Vicenza, un giovane operaio di 26 anni, stanco di attese non ricompensate, ha preso una decisione drastica: armato di martello pneumatico, ha iniziato a distruggere il cantiere in cui aveva lavorato, provocando una situazione di tensione che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.



La vicenda si è svolta in Via Bellini, a Vicenza, dove il cantiere era ancora attivo. Il giovane, un cittadino egiziano residente in Italia con regolare permesso di soggiorno, aveva completato diversi lavori in muratura nelle settimane precedenti. Nonostante i suoi sforzi, il pagamento per il suo lavoro tardava ad arrivare. Dopo ripetuti solleciti ignorati dal proprietario del cantiere, e di fronte a un ennesimo rinvio, il lavoratore ha raggiunto il limite della pazienza e ha deciso di vendicarsi distruggendo parte delle opere che aveva realizzato.

La situazione è stata gestita grazie al tempestivo intervento della Polizia. I poliziotti sono arrivati sul posto mentre il 26enne era ancora intento a maneggiare il martello pneumatico. Dopo averlo interpellato, hanno compreso le motivazioni dietro il suo gesto disperato. L’operaio ha esplicitamente dichiarato di essere stato spinto a tale atto dalla frustrazione accumulata e dalla mancanza di risposte concrete riguardo il pagamento dovuto.

Un collega dell’operaio ha giocato un ruolo chiave nel calmarlo, convincendolo a desistere dalla sua azione distruttiva. Il collega ha riferito che il pagamento sarebbe stato effettuato entro pochi giorni, come assicurato dal proprietario del cantiere. Sebbene la situazione fosse carica di tensione, alla fine non sono state presentate denunce. Tutti i presenti hanno optato per attendere e vedere se la promessa di pagamento sarebbe stata mantenuta, sperando di risolvere la questione senza ulteriori azioni legali.

Questo episodio sottolinea l’importanza di rispettare gli accordi lavorativi e di trattare con equità i lavoratori. Inoltre, evidenzia la necessità per i lavoratori di conoscere i propri diritti e di cercare soluzioni legali anziché lasciarsi andare a gesti estremi guidati dalla disperazione. Questa storia è un campanello d’allarme per i proprietari di cantieri e per i lavoratori, ricordando a tutti l’importanza del dialogo e del rispetto reciproco nei rapporti lavorativi.



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