“Non riesco nemmeno io a capire Troisi, eppure sono napoletano”. Il dilemma della lingua: “Abbiamo risolto la questione in questo modo”



Fulvio Lucisano rivela come ha trasformato la sfida linguistica di Massimo Troisi in un tratto distintivo, portando al successo l’attore partenopeo sul grande schermo.



Massimo Troisi

Il produttore Fulvio Lucisano condivide un ricordo speciale sull’incontro con Massimo Troisi, grazie alla segnalazione di Mauro Berardi. Durante una rappresentazione teatrale con Lello Arena ed Enzo Decaro, Lucisano intravide il potenziale cinematografico di Troisi, nonostante una sfida significativa: la sua marcata accentuazione dialettale. Questa peculiarità linguistica, inizialmente vista come un ostacolo, divenne l’oggetto di una strategia innovativa che avrebbe permesso a Troisi di brillare sullo schermo.

Il “Problema” che Divenne Icona

La pronuncia e il timbro distintivo di Troisi potevano rappresentare un limite nella sua espressione artistica, specie per il pubblico non napoletano. Lucisano, tuttavia, rivelò come questa particolarità venne trasformata in un elemento di forza. L’idea fu quella di far ripetere a Troisi le battute più volte, un consiglio che si rivelò vincente. Questa tecnica non solo facilitò la comprensione da parte di un pubblico più ampio ma divenne una caratteristica riconoscibile dell’attore, tanto da essere considerata un vero e proprio “marchio di fabbrica”.

Successo Oltre le Barriere Regionali

Nonostante le preoccupazioni iniziali che il talento di Troisi potesse non essere apprezzato fuori dalla Campania, il film “Ricomincio da tre” infranse ogni aspettativa, riscuotendo un successo clamoroso a livello nazionale con incassi record. La strategia di Lucisano dimostrò che la capacità di adattamento e l’innovazione nella presentazione del personaggio potevano superare qualsiasi barriera culturale o linguistica, rendendo Massimo Troisi uno degli attori più amati e riconosciuti del cinema italiano, capace di unire il pubblico di tutta Italia.



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