Qual è il vero inno d’Italia?



Qual è il vero inno d’Italia? Tra i simboli che incarnano lo spirito e l’unità dell’Italia, l’inno nazionale, noto come “Il Canto degli Italiani”, occupa un posto d’onore accanto al Tricolore e al Presidente della Repubblica. Questa composizione, frutto della collaborazione tra il poeta Goffredo Mameli e il compositore Michele Novaro, è diventata nel tempo uno dei pilastri dell’identità nazionale italiana.

Dalla Genesi alla Consacrazione Ufficiale

Il 10 settembre 1847 segna la nascita di “Il Canto degli Italiani”, scritto da Mameli e musicato da Novaro il 24 novembre dello stesso anno. La prima esecuzione, avvenuta a Genova durante una celebrazione popolare, vide l’inno immediatamente proibito dalla polizia. Tuttavia, l’eco dei moti del 1848 lo trasformò in un simbolo di libertà, rapidamente adottato da bande musicali e soldati diretti al fronte nella guerra di Lombardia. Il brano si affermò come l’inno prediletto del Risorgimento, mantenendo il suo fascino anche negli anni successivi all’unificazione del paese.



Il 12 ottobre 1946, il Consiglio dei Ministri guidato da Alcide De Gasperi approvò l’uso dell’inno di Mameli come inno ufficiale della Repubblica Italiana, segnando un momento storico con un comunicato stampa che annunciava l’adozione provvisoria di questo emblema sonoro per le Forze Armate. Infine, il 4 dicembre 2017, con la legge n. 181, l’Italia riconobbe ufficialmente il “Canto degli Italiani” di Mameli e la partitura di Novaro come proprio inno nazionale.

Un Simbolo di Unità nelle Cerimonie Ufficiali

Nei contesti ufficiali, le prime due strofe dell’inno vengono eseguite per una durata complessiva di circa un minuto. Questa prassi riflette la volontà di celebrare l’unità e l’identità italiana in modo conciso ma significativo, rendendo “Fratelli d’Italia” non solo un pezzo storico ma un vivido simbolo del presente e del futuro dell’Italia.

“Il Canto degli Italiani”, oltre a essere un inno alla libertà e all’unità, racchiude in sé la storia di un popolo che, attraverso le sue parole e la sua melodia, continua a celebrare i valori fondanti della Repubblica. La sua adozione e la successiva consacrazione legislativa testimonia l’importanza di questo brano nella vita della nazione, sottolineando il ruolo della musica e della poesia nel definire l’identità collettiva di un paese.

Testo integrale

Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta;
dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa.
Dov’è la vittoria? Le porga la chioma
ché schiava di Roma Iddio la creò.

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.

Noi siamo da secoli calpesti, derisi
perché non siam popolo, perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica bandiera, una speme:
di fonderci insieme già l’ora suonò.

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci; l’unione e l’amore
rivelano ai popoli le vie del Signore.
Giuriamo far libero il suolo natio
uniti, per Dio, chi vincer ci può?

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò

Dall’Alpe a Sicilia dovunque è Legnano;
ogn’uom di Ferruccio ha il core e la mano;
I bimbi d’Italia si chiaman Balilla;
il suon d’ogni squilla i Vespri suonò.

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.

Son giunchi che piegano le spade vendute;
già l’aquila d’Austria le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia e il sangue Polacco
bevè col Cosacco, ma il cor le bruciò.

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.



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