Simone Borgese condivideva ricette sui social la mattina dopo la violenza. I vicini: «Passeggiava con la ragazza, come se niente fosse accaduto»



Un video dedicato ai nonni, un altro con Cala Mariolu, in Sardegna, considerata la spiaggia più bella d’Europa, poi i post sulle ricette, i lavori in muratura e i consigli su come trattare una donna. Il profilo Facebook di Simone Borgese, 39 anni, sembra quello di una persona qualunque. Tuttavia, dietro questa apparente normalità, si cela una storia inquietante: Borgese è stato accusato di violenza sessuale per la terza volta in dieci anni. Tra un post e l’altro, lo scorso 8 maggio, ha compiuto un’aggressione ai danni di una studentessa di 26 anni, attirandola con l’inganno nella sua Multipla in via della Magliana Vecchia e portandola in una strada isolata per violentarla. Questo crimine è avvenuto nello stesso giorno in cui, nove anni fa, nel 2015, aveva aggredito e violentato una tassista di 43 anni. Uno stupratore seriale che, secondo i vicini, era noto per i suoi comportamenti ben prima del 2015.



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La mattina dell’8 maggio, Borgese pubblica un video dal titolo “Il mondo dei piccoli” su Facebook, in cui un bambino attacca adesivi su un nonno sorridente, accompagnato dalla frase “Chi ha i nonni è ricco e non lo sa”. Poco dopo, condivide un altro video di una spiaggia bellissima in Sardegna. Nonostante la violenza compiuta solo poche ore dopo, continua a vivere come se nulla fosse accaduto. “Lo abbiamo visto passeggiare tranquillo, come sempre, mano nella mano con la fidanzata,” hanno raccontato alcuni residenti di Piana del Sole, dove Borgese è agli arresti domiciliari a casa della compagna.

Il giorno successivo, Borgese riprende la sua routine sui social, pubblicando post su ricette di pasta e video di lavori in muratura. Da quando è stato scarcerato nel 2021, lavora come manovale. Le sue pubblicazioni proseguono come se niente fosse, nonostante l’arresto per un crimine così grave. Solo una foto, risalente alla fine del 2023, lo ritrae di persona. Gli altri post sono dedicati ai nonni, al padre, a tramonti e avatar. Un’immagine di copertina lo ritrae insieme alla fidanzata, probabilmente per proteggere la sua privacy dopo l’ondata di insulti ricevuti in seguito al primo arresto.

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Cinque giorni dopo lo stupro, il 13 maggio, Borgese pubblica un post che mostra una coppia che si bacia sulla spiaggia, l’uomo tiene in mano un mazzo di rose con la scritta: “Vince l’uomo che ti mette al primo posto sempre… L’uomo capace di farti sentire amata e mai sbagliata”.

Mentre Borgese continuava la sua vita apparentemente normale, la sua ultima vittima e gli inquirenti cercavano indizi per catturarlo. Grazie alle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso la Multipla grigia, di proprietà del marito della madre ma usata da lui, e al riconoscimento fotografico della 26enne, Borgese è stato rintracciato. “Ogni volta che chiudo gli occhi da quel giorno, mi vedo la sua faccia davanti al viso,” ha raccontato la ragazza.

Mercoledì scorso, Borgese è stato arrestato dagli agenti del distretto di polizia di San Giovanni. Tuttavia, il gip Maddalena Cipriani ha disposto gli arresti domiciliari senza braccialetto elettronico, provocando l’indignazione dei residenti di Piana del Sole: “È una vergogna che un mostro così non sia in carcere”.

Nel suo provvedimento, il gip ha riconosciuto in Borgese la “mancanza di controllo” e di “freni inibitori” ma, dato che l’uomo ha indicato un luogo ritenuto idoneo in alternativa al carcere, ha optato per i domiciliari. Nei prossimi giorni, Borgese sarà interrogato e il pm intende fare appello per chiedere un aggravamento della misura cautelare. Nonostante la sua apparenza da persona perbene, Borgese ha già all’attivo altre tre accuse simili. Oltre alla tassista del 2015, una 17enne lo ha riconosciuto nel 2014 dopo aver visto le sue foto sui giornali, accusandolo di averla seguita nell’ascensore di un palazzo e aver abusato di lei. Un’altra donna lo ha denunciato per averla costretta a osservarlo mentre compiva atti di autoerotismo.

L’ultima vittima, la 26enne, ha lanciato un appello affinché altre donne che potrebbero essere state vittime di Borgese trovino il coraggio di denunciare: “Se qualcun’altra è caduta nella trappola, non si vergogni e chiami la polizia”. Gli inquirenti stanno cercando collegamenti tra casi simili avvenuti dal 2021, anno in cui Borgese è tornato libero, fino ad oggi. Per ora, non ci sono altre violenze riconducibili a lui, ma le indagini proseguiranno per assicurarsi che tutte le vittime ricevano giustizia.



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