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Temeva per la propria vita e aveva chiesto aiuto alla polizia, ma ciò che ha ottenuto è stata indifferenza



La tragica storia di Kyriaki Griva, una giovane greca di 28 anni, ha scosso l’opinione pubblica e sollevato questioni critiche sulla risposta delle forze dell’ordine ai casi di violenza domestica. Nonostante avesse richiesto esplicitamente protezione alla polizia temendo per la propria sicurezza, la risposta ottenuta non è stata adeguata, portando a un esito fatale.



La sera del 1° aprile, Griva si è recata presso una stazione di polizia ad Agioi Anargyroi, ad Atene, dopo aver notato l’ex fidanzato, dal quale era stata legalmente separata tramite un ordine restrittivo, nelle vicinanze della sua abitazione. La sua permanenza presso la stazione durò soltanto otto minuti, al termine dei quali uscì per chiamare il servizio di emergenza, richiedendo un accompagnamento a casa per motivi di sicurezza. La risposta dell’operatore, tuttavia, fu di una freddezza sconcertante, paragonando il servizio della polizia a un “taxi”, e negando così il supporto necessario.

La situazione è drammaticamente peggiorata quando, mentre la giovane era ancora al telefono, l’ex compagno l’ha aggredita fuori dalla stazione, uccidendola con multiple coltellate. Questo orribile atto di violenza ha scatenato un’ondata di indignazione tra la popolazione greca, con i social media e i dibattiti televisivi che hanno fortemente criticato l’inadeguatezza delle misure di protezione offerte alle vittime di violenza.

In risposta a questa tragedia, cinque agenti di polizia, inclusi il comandante della stazione di Agioi Anargyroi e l’operatore del centralino di emergenza, sono stati allontanati dai loro incarichi. Questa azione riflette la gravità delle mancanze dimostrate e sottolinea la necessità di una revisione approfondita dei protocolli di intervento in situazioni di pericolo imminente per le vittime di violenza domestica.

La morte di Kyriaki Griva ha riacceso il dibattito sulla sicurezza personale e sul ruolo cruciale delle forze dell’ordine nel garantire protezione efficace a coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità. È evidente che sono necessarie riforme significative per prevenire che tragedie simili si ripetano in futuro, assicurando che le richieste di aiuto vengano accolte con la massima serietà e che si agisca tempestivamente per salvaguardare la vita e l’incolumità delle persone.

In quest’ottica, è fondamentale che la società civile, insieme alle istituzioni responsabili, lavori congiuntamente alla creazione di un sistema più sensibile e reattivo alle esigenze di protezione e sicurezza dei cittadini, affinché nessun altro debba subire la sorte di Kyriaki Griva. La memoria di Kyriaki e di tutte le vittime di violenza richiede un impegno costante per un cambiamento reale e duraturo.



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