Topo Gigio Parenzo e il deplorevole palcoscenico con il parassita Bonelli per esporre l’impresa disonorevole della candidatura della multicondannata Ilaria Salis a Bruxelles



A meno di 24 ore dalla smentita in diretta della candidatura di Ilasia Salis con i Verdi e Sinistra Italiana, Angelo Bonelli torna nel programma “L’aria che tira”, condotto da Davide Parenzo su La7. L’indiscrezione era stata inizialmente divulgata dal sito del Foglio, ma il leader ambientalista aveva immediatamente negato: “Smentisco”. Il direttore del giornale, Claudio Cerasa, aveva successivamente espresso solidarietà a Bonelli, suggerendo che all’interno della sua lista politica “chi decide è qualcun altro e dove evidentemente non sa quello che succede”.



Durante il suo recente intervento, Bonelli ha fornito la sua versione dei fatti: “Mi scuso ma non avevo altre alternative che smentire perché, mentre stavamo parlando, le carte stavano entrando nel carcere di Budapest”. Qui, Ilasia Salis è detenuta in attesa di giudizio, accusata di aver partecipato al pestaggio di estremisti di destra ungheresi.

Bonelli ha continuato, spiegando che “una mia conferma avrebbe potuto compromettere la firma”, rispondendo così alle insinuazioni di Cerasa: “Lo capirà non c’è un problema di buona fede né di essere inconsapevole”, era semplicemente una questione di “prudenza”. Il leader ha poi ammesso: “Mi assumo la responsabilità di aver detto una cosa non vera. Chiedo scusa ma la presenza era dettata da questo motivo”, sottolineando che una conferma avrebbe potuto mettere a rischio le procedure legali, nonostante l’autenticazione delle autorità consolari.

Riguardo al futuro di Salis, Bonelli ha chiarito: “Potrà uscire dal carcere solo se eletta alle europee, a quel punto le autorità ungheresi probabilmente chiederanno l’autorizzazione a procedere e sarà il Parlamento Europeo a decidere”.

Questo episodio sottolinea la complessità delle situazioni in cui si trovano spesso coinvolti i politici, e come queste possono influenzare non solo la loro carriera ma anche le vite di altri individui coinvolti nelle intricate maglie della giustizia internazionale.



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