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A tre anni dalla vittoria, la stoccata inaspettata alla Meloni da chi non ti aspetti



Mario Giordano, noto per le sue posizioni forti e provocatorie, ha espresso le sue perplessità sui primi tre anni di governo di Giorgia Meloni. In un’intervista, ha sottolineato come, nonostante le previsioni catastrofiche che hanno accompagnato la vittoria della leader di Fratelli d’Italia, le aspettative di cambiamento radicale da parte dei suoi elettori siano rimaste deluse. “Da una parte – premette – se uno pensa a tutto quello che si diceva quando ha vinto – la catastrofe dei conti pubblici, il ritorno del fascismo, il crollo dei mercati – possiamo dire che ha smentito le profezie apocalittiche. Dall’altra, proprio quella stabilità che è il maggior valore del governo Meloni, è anche ciò che ha deluso molti suoi elettori: si aspettavano cambiamenti più radicali”.



Giordano ha poi messo in discussione la politica estera di Meloni, che ha visto un cambiamento significativo rispetto alla sua posizione di opposizione. In passato, Meloni criticava le sanzioni contro la Russia e denunciava l’influenza degli Stati Uniti sull’Europa. Oggi, invece, si è allineata con una visione euro-atlantica. Giordano si chiede se questo rappresenti un tradimento delle sue promesse o un adattamento alle circostanze del sistema. “Entrambe le cose. Però è chiaro: per anni fai campagna dicendo ‘cambiamo l’Europa’, poi ti ritrovi a braccetto con quella stessa Europa, che persino Mario Draghi è arrivato a definire fallimentare… è inevitabile che una parte dell’elettorato si senta tradita”, afferma.

Riflettendo sul “pilota automatico” di Draghi, Giordano avverte che se governare implica non poter cambiare nulla, allora sarebbe opportuno comunicarlo chiaramente. “E non stupitevi se cresce l’astensionismo”. Secondo lui, Meloni è una delle politiche più capaci sulla scena europea, ma se gli elettori percepiscono che i loro voti non portano a cambiamenti significativi, il tasso di partecipazione alle elezioni potrebbe diminuire drasticamente.

Quando si parla della posizione di Meloni riguardo al conflitto tra Israele e Gaza, Giordano esprime una certa delusione. “Timidissima, anche lì. La capisco pure: provo sulla pelle le stesse difficoltà di chi viene da un certo tipo di cultura, di ammettere che siamo di fronte a un genocidio inaccettabile, da parte di quella che abbiamo sempre difeso come democrazia occidentale”. Tuttavia, sottolinea che ci vorrebbe più coraggio, osservando che l’atteggiamento del governo è stato molto più severo nei confronti della Russia rispetto a quello riservato a Israele.

Giordano prosegue analizzando la gestione dell’immigrazione da parte del governo. “Modesto, soprattutto sul fronte sicurezza”. Nonostante la promessa di un blocco degli sbarchi, la situazione rimane altalenante e la sicurezza nelle città non ha visto miglioramenti significativi. “Non è possibile che ci siano quartieri in mano agli spacciatori, dove si commettono stupri e la polizia viene aggredita”, afferma, evidenziando le aspettative elevate che il suo elettorato aveva riposto in un governo di centrodestra.

Giordano critica anche i decreti sulla sicurezza, definendoli “detestabili” e sottolineando che, nonostante le critiche provenienti da sinistra e destra, il governo ha prodotto misure poco efficaci. “Si è presa le critiche da sinistra e ha prodotto comunque un decreto all’acqua di rose”, dice, aggiungendo che la norma sui furti in casa non affronta il problema nella sua interezza.

In ambito economico, Giordano riconosce che finora ci sono stati risultati positivi: conti pubblici stabili, calo degli interessi sul debito e aumento dell’occupazione. Tuttavia, esprime forte insoddisfazione per la gestione della sanità, criticando il ministro Schillaci e l’inefficacia della legge sulle liste d’attesa. “Non ha risolto nessuno dei problemi”, afferma.

In conclusione, Giordano sottolinea che Meloni si è trasformata nel suo peggior nemico, ovvero l’establishment. “Non si va a Palazzo Chigi per fare le barricate. Però quali sono le intenzioni di fondo? Vuoi governare per cambiarlo, l’establishment, o per lasciarlo così?” chiede. Nonostante i buoni sondaggi, avverte che la sensazione di una speranza tradita potrebbe portare a una disaffezione crescente tra gli elettori.

Riguardo alla percezione attuale degli elettori, Giordano nota che, sebbene non ci sia ancora rabbia, c’è un crescente senso di delusione. “La gente si sta allontanando?” si chiede, e conclude che la mancanza di alternative valide mantiene ancora Meloni in una posizione relativamente sicura, ma avverte che questa situazione potrebbe cambiare rapidamente se non si affrontano le aspettative della base elettorale.



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