Anna Maria Franzoni è tornata alla libertà nel 2018, dopo aver scontato una condanna definitiva di 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele, avvenuto il 30 gennaio 2002 nella villetta di Montroz, frazione di Cogne . La pena fu ridotta grazie al rito abbreviato, all’indulto e alla buona condotta, fino a meno di 11 anni effettivi di detenzione, tra carcere e domiciliare .
Dopo la scarcerazione, Franzoni si è stabilita nella sua terra d’origine, vivendo a Monteacuto Vallese, frazione del comune di San Benedetto Val di Sambro (in provincia di Bologna), dove assieme al marito Stefano Lorenzi e ai figli Davide e Gioele gestisce un bed & breakfast immerso nella tranquillità della campagna emiliana .
Il caso di cronaca, noto come “delitto di Cogne”, riemerse sui media a 23 anni di distanza anche grazie a trasmissioni televisive come Il caso di Stefano Nazzi, che ha riaperto la narrazione sul tragico omicidio di Samuele Lorenzi, mentre la madre viveva ormai nella normalità dal 2018 .
Le dinamiche dell’indagine rimasero costantemente oggetto di approfondimenti per via della brevità del tempo disponibile alla donna per commettere il delitto e ripulire la scena. Non essendo mai stata rinvenuta l’arma utilizzata—ipotizzata come un oggetto contundente in rame, forse un mestolo ornamentale o una piccozza—, sono rimasti molti interrogativi sul possibile coinvolgimento di terze persone, come sostenuto dalla stessa Franzoni in vari contesti .
La sentenza, emessa inizialmente nel 2004, attribuì a Anna Maria Franzoni una condanna a 30 anni di reclusione per omicidio pluriaggravato. Successivamente, l’entità della pena fu ridotta a 16 anni in appello, confermati dalla Cassazione nel 2008, ma grazie a indulto e buona condotta la detenzione si concluse ben prima; nel giugno 2014 fu scarcerata dopo sei anni di carcere, trascorrendo la restante parte della pena in detenzione domiciliare fino al 2018 .
Durante il processo, i giudici individuarono come possibile movente uno stato di forte stress post‑parto, ipotizzato in psichiatria come “stato crepuscolare di coscienza orientato”, che avrebbe portato a un raptus improvviso del quale Franzoni affermò di non avere memoria .
Il delitto di Cogne non è un caso archiviato come cold case: la condanna è definitiva, ma permane un alone di mistero su diversi punti—tra cui il ritrovamento dell’arma, la pulizia accurata della scena e i tempi brevissimi intercorsi tra il delitto e l’uscita da casa di Anna Maria per accompagnare il figlio maggiore allo scuolabus .
Oggi Anna Maria Franzoni, libero dai vincoli giudiziari dalla fine del 2018, ha intrapreso una vita quotidiana ritirata e riservata. Gestisce il suo bed & breakfast in Emilia Romagna in un clima di serenità familiare lontano dai riflettori; il marito le resta vicino e sostiene la sua innocenza. L’attenzione mediatica, tuttavia, ritorna ciclicamente sul caso, senza aggiungere nuovi elementi risolutivi ma mantenendo vivo l’interesse pubblico e il dibattito sul presunto voyeurismo giornalistico nei confronti della donna e delle sue scelte private .
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