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Antonio Caprarica finisce nella bufera: polemiche dopo la sua difesa di Elly Schlein



Il Partito Democratico si trova in un momento di profonda incertezza, caratterizzato da un silenzio che sembra riflettere più un disagio collettivo che una meditazione strategica. La segretaria Elly Schlein continua a esprimere posizioni radicali, descrivendo l’Italia come una democrazia in pericolo, ma il suo approccio non sembra raccogliere consensi. Al contrario, sta contribuendo a una diaspora interna, con membri influenti del partito che iniziano a prendere le distanze dalle sue dichiarazioni.



Questa frattura non coinvolge solo militanti, ma anche figure di spicco all’interno del partito. Tra queste, spicca il commissario europeo Paolo Gentiloni, che ha recentemente espresso la sua opinione in un’intervista a In mezz’ora. Qui, ha offerto un messaggio di solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci, sottolineando l’importanza del giornalismo d’inchiesta: “Abbiamo bisogno di giornalismo di inchiesta. Ranucci e Report non si faranno intimidire. Ma, dobbiamo stare su questo punto, è dirimente per la democrazia.” Gentiloni ha cercato di temperare le reazioni emotive suscitate dalle affermazioni di Schlein, che aveva lanciato allarmi durante un incontro a Amsterdam.

Il tema della politica estera ha rappresentato un altro punto di tensione. Gentiloni ha dichiarato: “Non voglio abiure o rotture. Voglio che sia netto a dire sì alla difesa europea e al sostegno all’Ucraina.” Questo monito è chiaramente rivolto a Schlein, che ha mostrato una certa ambivalenza su questi temi, cercando di attrarre le frange meno atlantiste del partito. La sua visione dell’Europa come un campo di battaglia ideologico non sembra allinearsi con la necessità di una posizione chiara e unitaria.

Un altro esponente chiave, Dario Franceschini, ha manifestato il suo disappunto riguardo alla direzione presa dal partito. L’ex ministro della Cultura, che aveva sostenuto l’elezione di Schlein, ha espresso frustrazione per il crescente spostamento del partito verso sinistra, affermando: “Ha scelto di stare a sinistra,” e sottolineando l’importanza di guardare al centro per vincere. Le sue osservazioni evidenziano l’assenza di una strategia coerente e la necessità di un’azione più pragmatica.

Anche Ernesto Ruffini, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate e figura moderata, ha criticato la linea del PD, affermando: “Ho un’idea molto diversa” rispetto a Schlein su come costruire una coalizione. Ha messo in discussione l’idea di un partito ridotto a una “quercia” circondata da “cespugli”, ribadendo che il centrosinistra deve essere radicato nella società e tra i cittadini, non in un laboratorio politico.

La situazione di Ranucci ha ulteriormente complicato le cose. Corrado Formigli, durante un collegamento con Omnibus, ha respinto le accuse di Schlein riguardo alla destra, affermando: “Dire che la bomba a Ranucci l’ha messa Giorgia Meloni è sbagliato.” Questo commento ha segnato un ulteriore allontanamento tra il mondo dell’informazione e la leadership del PD, evidenziando come anche i media, tradizionalmente alleati dell’opposizione, stiano cominciando a distaccarsi da Schlein.



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