Beatrice Venezi, direttrice principale ospite del Teatro Colòn di Buenos Aires, ha recentemente comunicato che debutterà nel 2026 con l’opera “La cavalleria rusticana”. La notizia arriva in un periodo di grande attenzione sulla sua carriera, poiché è stata anche nominata direttrice musicale del Teatro La Fenice a Venezia per il periodo che va dal 2026 al 2030. Tuttavia, la sua ascesa professionale ha attirato critiche e controversie.
Nei giorni scorsi, a seguito della nomina di Alejo Pérez come direttore musicale del Teatro Colòn, si era sollevato il timore di un ridimensionamento del ruolo di Venezi in Argentina, limitato alla direzione di un’unica opera con cinque repliche. Queste preoccupazioni sono state amplificate da un articolo pubblicato da Slipper Disc, in cui il critico Norman Lebrecht ha descritto un clima di malcontento all’interno del teatro. Secondo Lebrecht, ci sono stati “malumori” legati alle nomine di Venezi e della collega Zoe Zeniodi, le cui esperienze sarebbero state considerate insufficienti dai musicisti degli ensemble. “Da mesi chiedono che entrambe vengano rimosse dalle loro cariche”, ha affermato nel suo articolo.
Inoltre, la nomina di Venezi ha suscitato interrogativi politici. Il parlamentare pentastellato Gaetano Amato ha richiesto chiarimenti riguardo alla sua posizione, suggerendo che la sua nomina fosse avvenuta su pressione dell’ambasciata italiana, grazie alla sua amicizia con Giorgia Meloni. Sebbene siano arrivate smentite, la questione ha alimentato ulteriormente le polemiche, con le maestranze del Teatro La Fenice che hanno espresso il desiderio di revocare la nomina di Venezi, ritenendo il suo profilo musicale non adeguato per il prestigioso teatro veneziano.
Nonostante le critiche, né il sovrintendente Nicola Colabianchi, né il ministro della Cultura Alessandro Giuli, né il sottosegretario del Mic Gianmarco Mazzi, né il sindaco Luigi Brugnaro hanno manifestato intenzione di rivedere la decisione. Giuli, in un’intervista al «Foglio», ha elogiato le competenze di Venezi, affermando che “Beatrice resterà alla Fenice e sarà la Principessa di Venezia” e aggiungendo che “appena verrà messa alla prova se ne innamoreranno persino gli orchestrali”.
Le dichiarazioni di Giuli, unite a un suo ottimista “Andrà tutto bene”, suggeriscono che le tensioni tra le maestranze e la direzione del teatro rimangono elevate. Le maestranze hanno già fatto sapere che non cambieranno posizione e, in vista della prima della nuova stagione con “La clemenza di Tito”, prevista per il 20, potrebbero attuare forme di dissenso per ribadire il loro disaccordo nei confronti della nomina di Venezi e di una decisione considerata “calata dall’alto”.
In questo contesto, il debutto di Venezi al Teatro Colòn con “La cavalleria rusticana” rappresenta un momento significativo nella sua carriera, ma è anche un punto di contesa che riflette le tensioni presenti nel panorama lirico contemporaneo. La sua figura continua a dividere opinioni e a generare discussioni, sia a livello artistico che politico, mentre si avvicina il suo ingresso ufficiale nel mondo della lirica argentina.



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