Un grande corteo si è svolto a Venezia, dove circa un migliaio di manifestanti ha espresso la propria opposizione alla nomina di Beatrice Venezi come direttrice musicale del Teatro La Fenice. La protesta, organizzata dalle maestranze del teatro e da colleghi provenienti da diverse città italiane, ha visto i partecipanti sfilare per le calli e i campi della città, raggiungendo infine la storica sede dell’opera. Gli slogan scanditi dai manifestanti, tra cui “La Fenice non si vende, si rispetta e si difende”, hanno sottolineato un forte senso di unità e determinazione.
La mobilitazione è stata innescata dalla decisione del sovrintendente del teatro, Nicola Colabianchi, di nominare Venezi alla direzione musicale per il periodo dal 2026 al 2030. I musicisti della Fenice hanno avviato le loro proteste a fine settembre e continuano a chiedere la revoca di questa nomina. Come ha spiegato Emiliano Esposito, rappresentante del Coro della Fenice, “Chiediamo la revoca della nomina di Venezi, ma non abbiamo proprio nulla contro di lei come persona”. Ha aggiunto che le loro richieste sono motivate dalla convinzione che il curriculum di Venezi non sia adeguato per un teatro di prestigio come quello veneziano.
Durante l’evento, i manifestanti hanno anche arricchito la protesta con celebri brani musicali di compositori come Monteverdi, Vivaldi, Puccini, Rossini e Verdi, suonati da una cassa portata dai partecipanti. Eugenio Sacchetti, un violinista della Fenice, ha commentato: “Quella di oggi è una grande festa perché si concretizza la solidarietà che tutti gli enti ci hanno espresso dall’inizio delle nostre proteste”. Ha chiarito che non si tratta di un attacco personale contro Venezi, ma di una richiesta legittima per garantire che chi ricopre un ruolo così importante abbia un profilo professionale di alta qualità.
La questione della nomina di Venezi non è solo una questione interna al Teatro La Fenice, ma riflette una preoccupazione più ampia riguardo all’influenza della politica sulla cultura e sull’arte. I manifestanti temono che le decisioni politiche possano compromettere le competenze artistiche e professionali necessarie per dirigere un’istituzione di tale importanza. Questa paura è stata alimentata dalla bozza del codice dello spettacolo redatta dal Sottosegretario Gianmarco Mazzi, che secondo i manifestanti tende a centralizzare sempre di più le nomine nel settore.
La regista veneziana Elena Barbalich, professoressa all’Accademia di Belle Arti e con esperienza presso la Fenice, ha espresso il suo disappunto per la giustificazione della nomina di Venezi come figura carismatica in grado di attrarre i giovani. “Trovo questa posizione offensiva”, ha dichiarato, aggiungendo che i giovani cercano qualità e competenza, e non hanno bisogno di un abbassamento del livello artistico.
Marco Trentin, violinista della Fenice e segretario nazionale della Fiasl Cisal, ha affermato: “Siamo disponibili a un percorso con Venezi, basta che non sia imposta e che alla fine si valuti con trasparenza se può assumere questo ruolo”. Ha avvertito che se la nomina dovesse essere imposta senza discussione, i musicisti non si arrenderanno e continueranno a chiedere la revoca.
La protesta di oggi rappresenta quindi un momento cruciale per il Teatro La Fenice e per il panorama culturale italiano. I manifestanti non solo difendono la loro istituzione, ma si battono anche per un’arte libera e rispettata, lontana da influenze politiche e compromessi. Con il sostegno di colleghi e istituzioni, i musicisti della Fenice si preparano a continuare la loro lotta per la dignità e la professionalità nel mondo della cultura.



Add comment