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Bimbo ucciso a Trieste, il desiderio di Giovanni agli psicologi: “Vorrei che mamma e papà fossero di nuovo insieme”



Il caso del piccolo Giovanni, un bambino di 9 anni, ha scosso profondamente la comunità di Muggia, in Trieste, dopo che è stato tragicamente ucciso dalla madre, Olena Stasiuk, di 55 anni. Le dinamiche familiari tra il bambino e la madre erano estremamente complesse, come evidenziato dalle relazioni degli psicologi che hanno seguito il caso nel corso degli anni. Questi documenti rivelano un quadro inquietante, caratterizzato da episodi di violenza e minacce, ma anche da un desiderio di normalità espresso dal bambino.



In una delle sue ultime conversazioni con gli specialisti, Giovanni aveva dichiarato: “Sogno che mamma e papà tornino assieme”. Questa frase mette in luce il desiderio del bambino di riunire i genitori, un desiderio che purtroppo non si è realizzato. Le relazioni degli psicologi documentano anche le preoccupazioni del padre, che aveva ripetutamente chiesto ai giudici di vietare le visite non protette tra Giovanni e la madre, temendo per la sicurezza del bambino.

Nel 2018, Olena aveva espresso minacce gravi durante un incontro con gli assistenti sociali, affermando: “O Giovanni resta con me, oppure sono disposta ad uccidere il bambino, a uccidermi, buttandomi nel mare”. Nonostante queste dichiarazioni allarmanti, le valutazioni più recenti avevano indicato un miglioramento nella condizione della madre, affermando che “da tempo non si palesano elementi di malessere psichico acuto”. Questo giudizio ha portato il giudice a consentire incontri non protetti tra Giovanni e Olena, nonostante le preoccupazioni espresse dal padre.

Durante questi incontri, Giovanni mostrava segni di incertezza. Secondo la relazione della psicologa incaricata dal Tribunale, il bambino aveva espresso dubbi riguardo alla possibilità di trascorrere del tempo da solo con la madre, dichiarando: “Non so se sia una buona idea”. Le sue parole rivelano una consapevolezza delle tensioni familiari e delle potenziali insidie della situazione.

Il padre di Giovanni, profondamente colpito dalla tragedia, ha raccontato al giornale Il Piccolo: “Mio figlio era gioioso, viveva con il sorriso nonostante le difficoltà, diceva di voler crescere in fretta”. La sua angoscia è palpabile, e l’avvocato dell’uomo ha denunciato il fallimento del sistema di protezione che avrebbe dovuto salvaguardare il minore, sottolineando che questa è “una tragedia annunciata”.

Dopo l’omicidio, Olena ha subito un crollo nervoso ed è stata ricoverata in ospedale, dove attualmente è piantonata. Gli psicologi e gli psichiatri ora dovranno valutare la sua capacità di intendere e volere al momento dei fatti e se sia in grado di affrontare un eventuale processo penale. La perizia medica e psichiatrica è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari, in risposta alla grave situazione in cui si trova la donna.



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