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Bruxelles punta sulla rinegoziazione al 2028 dell’accordo sui dazi con Trump



Bruxelles accetta ora un accordo con gli Stati Uniti sui dazi al 15 %, prevedendo di rinegoziarlo nel 2028 al termine dell’amministrazione Trump.



La Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha concordato con il presidente statunitense Donald Trump un’intesa che prevede l’applicazione di tariffe al 15 % su gran parte delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti. Il patto è stato siglato in Scozia dopo un incontro che ha ottenuto un’intesa sul tavolo negoziale per evitare un’escalation commerciale .

Bruxelles ha accettato questa misura provvisoria con la consapevolezza che la rinegoziazione avrà luogo tra tre anni. L’obiettivo è di riaprire la trattativa entro il 2028, quando Trump non sarà più alla Casa Bianca . L’intesa, infatti, include anche impegni economici europei: acquisti di energia statunitense per 750 miliardi di dollari in tre anni e un piano di investimenti da 600 miliardi negli Stati Uniti da parte di imprese europee .

Questo accordo è visto come una cesura rispetto alle intenzioni iniziali di Bruxelles, che puntava a targhe inferiori o a eliminare totalmente i dazi: a luglio si era ventilata la possibilità di bloccare tariffe fino al 30 %, ma l’intesa ha ridotto la soglia al 15 % .

Il compromesso è stato commentato con toni contrastanti: mentre leader tedeschi e italiani hanno accolto positivamente la misura, definendola un modo per preservare stabilità e posti di lavoro, in Francia e Ungheria sono arrivate critiche severe. Il premier ungherese Viktor Orbán ha dichiarato che “Trump si è mangiato Ursula a colazione” e Parigi ha definito l’accordo un “giorno triste” per l’Europa .

Il contesto nel quale si inserisce questa “strategia” di rinegoziazione è caratterizzato da alcuni elementi chiave: circa un quarto del debito pubblico statunitense in scadenza entro il 2028 è in mano europea, e gli acquisti energetici triennali europei favoriscono la lentezza del cambiamento strutturale, offrendo tempo per siglare accordi alternativi con mercati emergenti nel Sud America e in Asia .

Le riaperture previste: la scelta di accettare l’intesa temporanea sui dazi non viene presentata come una vittoria definitiva, ma come una mossa per contenere i danni a breve termine, con l’intento di negoziare nuovamente alla fine del mandato di Trump. Il modello contrattuale europeo registra margini settoriali a durata triennale, dando ampio spazio alla revisione una volta che cambieranno le condizioni politiche ed economiche negli Stati Uniti .

Il sostegno tedesco risulta decisivo: il cancelliere Friedrich Merz ha sottolineato che, pur l’intesa non rispondendo a tutti gli obiettivi europei, rappresenta la migliore opzione possibile rispetto al rischio di un conflitto aperto con Washington . La presidenza della Commissione, insieme al Commissario Maroš Šefčovič, ha giustificato l’accordo come misura difensiva necessaria a salvaguardare l’integrazione economica e stabilità geopolitica .

In sintesi, Bruxelles ha optato per un’intesa funzionale al breve termine, lasciando aperta la porta a una nuova trattativa entro il termine del mandato presidenziale americano. Il piano implica che le attuali condizioni economiche, politiche e di mercato potrebbero essere ridefinite tra tre anni, almeno fino a quando la presidenza Usa passerà a un successore diverso da Donald Trump.



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