La tragica morte di Carlotta, una bambina di soli 12 anni, ha scosso profondamente la comunità di Catanzaro e ha sollevato interrogativi sul sistema di emergenza sanitaria locale. La giovane è deceduta in seguito a un arresto cardiaco causato da una dissecazione dell’aorta, un evento che, secondo gli esperti, richiede interventi tempestivi per evitare conseguenze fatali. Tuttavia, il soccorso è arrivato con due ore di ritardo presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Soverato, dove la piccola era stata portata d’urgenza.
L’autopsia, effettuata dal medico legale su disposizione della magistratura, ha confermato che la dissecazione aortica è una condizione estremamente critica che richiede un intervento immediato. Secondo il legale della famiglia, già un ritardo di 15 minuti può risultare determinante in situazioni simili. “Due ore nel campo del primo intervento è un tempo infinito”, ha dichiarato l’avvocato dei genitori della bambina.
Carlotta era stata trasferita al Pronto Soccorso di Soverato dopo aver manifestato sintomi gravi, tra cui un dolore acuto alla schiena e difficoltà respiratorie. Successivamente, aveva perso la sensibilità agli arti inferiori, segnali che avrebbero dovuto allertare immediatamente il personale sanitario. Tuttavia, la causa dei sintomi non sarebbe stata individuata subito. La bambina è stata sottoposta a una Tac che non ha rilevato la lesione alla base del problema. A quel punto, i medici hanno deciso di trasferirla al Policlinico di Catanzaro per ulteriori accertamenti, tra cui una risonanza magnetica e una visita neurologica.
Secondo quanto denunciato dai genitori della 12enne, il trasferimento è stato ritardato dalla mancanza di un’ambulanza disponibile presso l’ospedale di Soverato. Il mezzo di soccorso richiesto è arrivato solo due ore dopo, un ritardo che potrebbe aver compromesso irrimediabilmente le possibilità di salvare la vita della giovane paziente. La situazione è stata ulteriormente aggravata da un episodio segnalato dai familiari: un’ambulanza proveniente da Catanzaro, giunta a Soverato per una consulenza, sarebbe ripartita vuota dopo che il personale sanitario avrebbe opposto un diniego al suo utilizzo per il trasferimento della bambina.
L’accaduto ha portato all’apertura di un’indagine per omicidio colposo a carico di ignoti. Gli inquirenti stanno esaminando le cartelle cliniche della paziente per chiarire se vi siano state omissioni o errori nelle procedure mediche e diagnostiche. L’attenzione si concentra anche sulla mancata individuazione del problema attraverso la Tac e sulla gestione del trasferimento d’urgenza verso Catanzaro.
Parallelamente all’indagine penale, l’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ha avviato un audit interno per verificare la correttezza delle procedure adottate nel caso della giovane paziente. L’obiettivo è accertare se vi siano state carenze organizzative o gestionali che abbiano contribuito al tragico epilogo.
Il legale della famiglia ha sottolineato la gravità della situazione: “Nessuno vuole puntare il dito contro nessuno, ma che ci troviamo davanti ad un caso di malasanità non vi è dubbio alcuno”. Ha inoltre evidenziato come il problema non risieda solo nella mancata disponibilità immediata di un’ambulanza presso l’ospedale di Soverato, ma anche nel ritardo di due ore per l’arrivo del mezzo di soccorso richiesto.
La vicenda ha acceso i riflettori sulla gestione delle emergenze sanitarie nella regione e ha sollevato interrogativi sulla capacità del sistema di rispondere in tempi adeguati a situazioni critiche. La dissecazione aortica è una condizione che richiede interventi chirurgici immediati per evitare esiti letali, e ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte.
Il caso di Carlotta non rappresenta solo una tragedia personale per la famiglia, ma anche un campanello d’allarme per le autorità sanitarie locali. La speranza è che le indagini in corso possano fare luce su quanto accaduto e portare a miglioramenti concreti nel sistema di emergenza sanitaria, affinché situazioni simili non si ripetano in futuro.



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