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Cattelan e Marcuzzi lasciano la Rai, ecco come la rete rischia di perdere i conduttori più freschi



L’esclusione di Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi dai nuovi palinsesti Rai, che privilegiano conduttori consolidati come Carlo Conti, Antonella Clerici, Mara Venier e Milly Carlucci, e sperimentano con Stefano De Martino e Francesca Fagnani, solleva interrogativi sul ricambio generazionale in televisione. È davvero solo una questione di numeri?



La presentazione dei palinsesti autunnali Rai, avvenuta oggi in un clima teso, ha visto l’Ad Giampaolo Rossi respingere le accuse di disinvestimento sull’informazione. Le proteste di Viale Marconi, guidate da Sigfrido Ranucci contro i tagli e il ridimensionamento di programmi di inchiesta come Report, evidenziano un malcontento diffuso. Ranucci ha confermato a Fanpage.it il disagio per le misure adottate.

“È vero che c’è una bellissima atmosfera?”, si chiederebbe René Ferretti in Boris. Ma andiamo per gradi. C’è chi resta e chi va via, il punto è perché. Non sono stati riconfermati una serie di programmi e per alcuni volti non è stata trovata una nuova collocazione. Dai nuovi palinsesti Rai emerge un approccio del tutto conservativo rivolto ai conduttori affermati, da Carlo Conti a Marco Liorni, fino alle signore della televisione generalista: Milly Carlucci, Antonella Clerici e Mara Venier. Nonostante queste ultime sembrino essersi allineate al trend e stiano disertando l’evento per via di un possibile malcontento rispetto ai cambiamenti voluti per Domenica In e The Voice. Un capitolo che si affronterà nelle prossime ore, quando il red carpet potrebbe fare a meno del loro contributo.

Ma ora torniamo agli approcci. Ce n’è un altro che si avvale della sperimentazione e rilancia, ossia quello riservato a Stefano De Martino e Francesca Fagnani. E infine c’è la resa, che ha travolto (per ora) le scommesse Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi. Non è un Paese per late show, Boomerissima e Obbligo o verità non hanno brillato. Viene però da chiedersi: il ricambio generazionale è davvero solo una questione di numeri?



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