Annamaria Bernardini De Pace, nota per la sua eccezionale chiarezza nell’esporre le proprie opinioni, offre una prospettiva lucida e articolata sul consenso nei rapporti interpersonali tra uomo e donna. (VIDEO)
ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE
Straordinariamente chiara nell’esporre ciò che pensa del consenso ai rapporti sessuali.
Perfetta!@annamariabdp #Realpolitik pic.twitter.com/pTzUAjU215— Virna (@Virna25marzo) November 27, 2025
Nonostante le differenze ideologiche, la maggioranza parlamentare, composta da esponenti della destra e della sinistra, ha approvato all’unanimità alla Camera dei Deputati una normativa di notevole rilevanza, che compromette l’equilibrio tra la tutela dei diritti individuali e l’efficacia del sistema penale. Si tratta della legge Boldrini, che modifica l’articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso, con l’emendamento proposto da Michela Di Biase (Partito Democratico) e Maria Carolina Varchi (Fratelli d’Italia), il quale stabilisce: “Chiunque compie o fa compiere o subire atti sessuali a un’altra persona senza il consenso libero e attuale di quest’ultima è punito con la reclusione da sei a dodici anni”.
All’atto della sua presentazione, la normativa ha suscitato critiche da parte della stampa di destra, che l’ha definita “green pass per fare l’amore”. Tale definizione deriva dalla preoccupazione che l’uomo (la legge tutela prevalentemente le donne: non si è ancora affrontato il caso in cui la vittima sia un uomo, aggredito da un altro uomo) debba fornire in sede processuale le prove del consenso. Questo rappresenta uno degli aspetti più problematici introdotti dalla nuova legge: l’inversione dell’onere della prova e lo smantellamento della presunzione di innocenza, che impone all’imputato l’onere di dimostrare la propria innocenza.
Chi si difende sostenendo che la vittima fosse consenziente – la linea difensiva più frequente – dovrà fornire spiegazioni e prove concrete di ciò che lo ha portato a credere che il consenso fosse stato effettivamente espresso. Al contrario, il magistrato sarà tenuto a credere alla denuncia della vittima, in quanto la denuncia stessa implica la mancanza di consenso. Si pone inoltre il problema della potenziale strumentalizzazione della denuncia, ad esempio in caso di rottura di una relazione sentimentale, che potrebbe portare a accuse infondate di violenza sessuale. Infine, il consenso deve essere “attuale”, ovvero riferirsi al momento specifico del rapporto e persistere durante la sua durata. La vittima ha la facoltà di revocare il consenso anche dopo aver inizialmente accettato l’approccio, configurando in tal caso un caso di violenza sessuale. Come ha osservato Marco Travaglio, uno dei pochi, insieme a Mario Giordano e Nicola Porro, a criticare la destra per aver votato la legge, si tratta del “consenso minuto per minuto”.
Il centrodestra, al fine di preservare il consenso su un tema facilmente accessibile e populista, ha convenuto di accogliere questa proposta. La riforma intende semplificare il processo di accertamento della credibilità delle denunce. Il Presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, ha esplicitato tale posizione affermando: “Il Pubblico Ministero deve credere alla donna che denuncia”.
Tuttavia, l’articolo 27 della Costituzione Italiana sancisce il principio della presunzione di innocenza. “Non si giungerà al consenso scritto”, ha dichiarato Roia, “ma da questo momento in poi si tratta di una questione che riguarda gli uomini”. Riproponiamo la domanda: cosa accadrebbe se la vittima fosse un uomo? Si ravvisa, inoltre, una potenziale violazione dell’articolo 3 della Costituzione, che stabilisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzione di sesso. Ci si interroga, tuttavia, sulla possibilità di impugnare tale articolo. Il Ministro Nordio ha ipotizzato che si tratti di un fattore genetico.
Si precisa che tale consenso si applica esclusivamente alla penetrazione, o è necessario ottenere il consenso anche per un bacio? E come si può dimostrare tale consenso, qualora si trattasse della parola della donna contro quella dell’uomo? La verità non può più essere ricostruita: si presume. Come ha affermato l’avvocata Bernardini De Pace: “Gli uomini devono registrare ogni atto sessuale, oppure astenersi da rapporti sessuali”.



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