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Dal ponte sullo Stretto all’ingerenza politica: Mattarella nomina il presidente della Corte dei Conti su proposta del premier Conte e del Pd



Recentemente, la risposta del Governo italiano alla pronuncia della Corte dei Conti riguardo al ponte di Messina ha scatenato un acceso dibattito politico. Alcuni osservatori sostengono che il piano di attacco al Governo sia stato ben orchestrato, approfittando della scarsa conoscenza degli italiani sulla questione. La strategia prevede di presentare la reazione governativa come un tentativo di minacciare l’indipendenza della magistratura, un’argomentazione che, sebbene accattivante, merita un’analisi più approfondita.



La tempistica della pronuncia dei giudici contabili è stata studiata con attenzione, coincidendo con la discussione finale al Senato della riforma proposta da Nordio. Questo ha portato a una situazione in cui il Governo, nel tentativo di difendersi, rischia di apparire come se volesse prevaricare le toghe, creando così frizioni interne all’esecutivo. Negare legittimità al ponte sullo Stretto rappresenta un attacco diretto a Matteo Salvini, il quale ha già sollevato questioni riguardanti le banche, ma non può spingersi troppo oltre, dato che il ministro dell’Economia è un suo alleato.

Tuttavia, è fondamentale notare che la Corte dei Conti non è affatto un’istituzione indipendente dal potere politico, contrariamente a quanto alcuni potrebbero pensare. L’articolo 100 della Costituzione italiana afferma che la legge garantisce l’indipendenza di due istituti, ma in realtà la magistratura contabile opera in stretta connessione con il potere politico. Infatti, il Consiglio superiore della magistratura (Csm) non si occupa della Corte dei Conti, che non ha lo stesso rango di organo costituzionale.

La nomina del presidente della Corte dei Conti, attualmente Guido Carlino, avviene per proposta del presidente del Consiglio e conferma ulteriormente il legame con il potere esecutivo. Carlino, in carica dal 15 settembre 2020, è stato scelto da Giuseppe Conte su suggerimento di Roberto Gualtieri, all’epoca ministro dell’Economia. Questo legame risale a pratiche storiche, risalenti all’epoca di Camillo Benso Conte di Cavour, che istituì la magistratura contabile per garantire il controllo sui funzionari borbonici.

Guido Carlino, originario della Sicilia, ha ricoperto ruoli significativi nella magistratura contabile regionale prima di diventare presidente. La sua carriera è stata influenzata da legami personali con la famiglia Mattarella, dato che suo padre era uno dei carabinieri coinvolti nell’indagine sull’omicidio di Piersanti Mattarella. Questi rapporti hanno contribuito a creare una rete di connessioni che si riflette nella sua attuale posizione.

La recente pronuncia della Corte dei Conti sul ponte di Messina è stata assunta in sezioni riunite, il che implica una diretta responsabilità di Carlino. L’analisi della pronuncia suggerisce che non si tratta solo di un atto giuridico, ma di una mossa strategica per mettere in difficoltà il Governo. Le motivazioni di tale giudizio saranno rese note solo tra un mese, ma già si intuisce che i magistrati contabili stiano sollevando questioni su alcune espressioni nelle deliberazioni, con l’obiettivo di ritardare un’opera che il Parlamento e il Governo intendono realizzare.

Non è la prima volta che Carlino entra in conflitto con il Governo: già durante la discussione sul Pnrr, il presidente della Corte dei Conti ha espresso contrarietà a un emendamento governativo che mirava a limitare i pareri dei giudici contabili. Questo ha creato imbarazzo non solo per il Governo, ma anche per il presidente Mattarella, dimostrando che la Corte dei Conti può agire come una sorta di opposizione interna.



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