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Dopo l’allarme di Mattarella la flottiglia si divide e scoppia la guerra interna



La situazione legata alla Global Sumud Flotilla sta causando un intenso dibattito all’interno del Partito Democratico e tra gli altri partiti del centrosinistra. L’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, agli attivisti della Flotilla affinché accettino la mediazione del Patriarcato di Gerusalemme ha provocato reazioni contrastanti. Mentre alcuni leader, come Giuseppe Conte, hanno accolto positivamente il richiamo, affermando che “ha rimesso la chiesa al centro del villaggio”, altri all’interno del partito temono che questa posizione possa complicare ulteriormente la situazione.



L’intervento di Mattarella ha portato a una riflessione profonda tra i membri del Pd, i quali si trovano ora in una posizione delicata. Si sostiene che la regia dell’operazione non sia sotto il controllo del partito, ma piuttosto di forze esterne. Fonti interne al Nazareno affermano che i rappresentanti del Pd sono presenti sulla Flotilla per sostenere la mediazione del Patriarcato, ma non per guidare l’iniziativa. “I nostri sono lì nel tentativo di far accettare la mediazione offerta dal Patriarcato di Gerusalemme, sono partiti per dare una scorta democratica, ma non sono la Global Flotilla”, affermano.

Le divergenze tra i parlamentari sono evidenti. Mentre i membri del Pd tendono a sostenere la posizione di Mattarella, altri gruppi come Avs e il Movimento 5 Stelle propongono un approccio più radicale. Nonostante le pressioni, nessuno dei leader, inclusi Elly Schlein e Conte, ha chiesto esplicitamente agli attivisti di abbandonare la missione. Attualmente, i negoziati con Pierbattista Pizzaballa, il Cardinale di Gerusalemme, sono in corso, ma secondo alcune fonti, la trattativa sarebbe già fallita.

La genesi della mediazione risale all’iniziativa del Pd, che ha cercato di mantenere il dialogo separato dal governo. Tuttavia, l’intervento di Giorgia Meloni, che ha pubblicamente discusso della questione, ha complicato ulteriormente le cose. Da quel momento, la situazione è diventata più incerta. Mattarella è intervenuto per tentare di riportare la calma, invitando gli attivisti a considerare la proposta di mediazione.

Numerosi esponenti del Pd hanno fatto eco all’appello del presidente, invitando chi si trova sulla Flotilla a riflettere sulle sue parole. Tra questi, Graziano Delrio e Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa, hanno sottolineato i rischi connessi alla missione. Filippo Sensi ha commentato: “Meno male che Mattarella c’è”, mentre Pina Picierno ha ribadito l’importanza del suo intervento.

Peppe Provenzano, responsabile per gli Affari Esteri del Pd, ha definito le parole di Mattarella come “importantissime”, poiché riconoscono il valore della missione e rinnovano la condanna per le sofferenze della popolazione di Gaza. Ha anche espresso l’auspicio che gli attivisti possano accettare la disponibilità del Patriarcato Latino di Gerusalemme per una mediazione che consenta di raggiungere gli obiettivi umanitari.

Anche i parlamentari a bordo della Flotilla, come Arturo Scotto e Annalisa Corrado, hanno accolto positivamente le parole di Mattarella, sottolineando il valore umanitario della missione. Tuttavia, la deputata Benedetta Scuderi di Avs ha chiarito in un’intervista che non c’è al momento l’intenzione di abbandonare la missione. Altri membri, come Angelo Bonelli, hanno affermato che spetta ai partecipanti della Flotilla decidere il da farsi.

La situazione attuale è caratterizzata da un clima di incertezza. I membri del Pd e degli altri partiti stanno cercando di trovare un consenso, mentre le posizioni divergenti rendono difficile raggiungere un accordo. In questo contesto, si sta cercando di guadagnare tempo nella speranza di convincere i più intransigenti a considerare la mediazione proposta.



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