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Due anni senza Giulia Cecchettin, lo zio: “Riascolto spesso un suo audio, la sua voce mi commuove ogni volta”



Due anni fa, il 11 novembre 2023, Giulia Cecchettin è stata tragicamente uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, il quale non riusciva ad accettare la fine della loro relazione. A distanza di tempo, Andrea Camerotto, zio materno di Giulia, riflette su quei giorni difficili, affermando: “Di quei giorni di due anni fa ricordo tante cose, la maggior parte che vorrei dimenticare”. La sua testimonianza è intrisa di ricordi dolorosi, ma anche di una determinazione a mantenere viva la memoria di Giulia.



Camerotto racconta un episodio particolarmente significativo: la visione della sorella di Giulia, Monica, che era scomparsa un anno prima. “Era la prima volta che accadeva dalla sua morte – spiega – ma la cosa che più mi aveva colpito era il fatto che fosse arrabbiata”. Questo sogno ha rappresentato per lui un momento di profonda connessione con il passato e con il dolore della perdita.

La notizia della morte di Giulia è arrivata in modo brusco, attraverso un messaggio su WhatsApp: “Giulia è scomparsa”. Camerotto ricorda la difficoltà che ha provato in quel momento: “All’inizio ho fatto fatica, tanto per non far prevalere la rabbia quanto per riuscire a esternare la disperazione e la tristezza: nella mia mente un uomo doveva essere forte, non poteva piangere”. Questa lotta interiore riflette la complessità delle emozioni che hanno accompagnato il lutto.

Tuttavia, la narrazione di Giulia e il suo impatto non si fermano alla tragedia. Gino Cecchettin, il padre di Giulia, e la sorella Elena hanno intrapreso un percorso di lotta contro la violenza di genere, trasformando il dolore in azione. “Credo che oggi Giulia viva attraverso l’azione portata avanti dalle persone che l’hanno amata”, afferma Camerotto, evidenziando come il lascito di Giulia possa contribuire positivamente alla società.

Il padre di Giulia è attivamente coinvolto nella creazione della Fondazione Giulia Cecchettin, un’iniziativa che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere. “Il lascito di mia nipote è al servizio dell’intera società e lo si vede soprattutto in quello che tanti hanno capito grazie alla sua storia”, continua Camerotto, sottolineando l’importanza di trasformare la sofferenza in un messaggio di speranza e cambiamento.

Un ricordo prezioso che Camerotto custodisce è un audio di Giulia che riascolta spesso. “C’è un audio che riascolto spesso – ci racconta – non dice nulla di particolare, semplicemente Giulia mi chiede se stiamo bene e mi raccomanda di salutare tutti”. La semplicità e l’allegria della voce di Giulia continuano a toccare profondamente il suo cuore, rendendo il vuoto lasciato dalla sua scomparsa ancora più evidente.

Camerotto ammette di non essere stato uno zio perfetto, ma sottolinea il legame speciale che aveva con Giulia: “Forse per la non grandissima differenza d’età, c’è sempre stato tra noi un buon rapporto e lei aveva quel modo di fare che annullava automaticamente ogni assenza e ogni distanza”. Questo legame ha fatto sì che il suo ricordo continuasse a vivere tra le persone che l’hanno conosciuta e amata.

Il dolore della perdita è un tema ricorrente nei suoi pensieri, ma Camerotto trova conforto nel supporto degli amici e delle persone che condividono la memoria di Giulia. “Il vuoto che mi ha lasciato si è riempito di persone che la ricordano con me e mi mostrano il loro affetto, anche chi non l’aveva mai conosciuta”, racconta, evidenziando come la comunità possa unirsi per onorare la memoria di una vita spezzata.



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