​​


Gad Lerner commenta l’attentato a Ranucci, ma scoppia la polemica: “Allusione al governo fuori luogo”



A poche ore dall’attentato contro il giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, il dibattito pubblico si è acceso non solo attorno alla matrice del gesto, ma anche intorno alle prime reazioni politiche e mediatiche. L’esplosione di un ordigno piazzato sotto le auto di Ranucci e della figlia, avvenuta davanti alla loro abitazione a Pomezia, ha generato ondate di solidarietà, ma anche accuse che hanno subito assunto un forte connotato politico.



In molti hanno parlato di un clima d’odio che circonda il giornalismo d’inchiesta: da Roberto Saviano all’Usigrai, da Alessandro Di Battista ad Angelo Bonelli, numerosi esponenti politici e del mondo della cultura hanno attribuito all’attentato una dimensione non solo criminale, ma anche politica. Secondo questa lettura, l’episodio sarebbe il risultato di una delegittimazione sistematica nei confronti di chi fa inchieste scomode.

Ma tra tutte le dichiarazioni, quella che ha fatto più discutere è quella di Gad Lerner, che ha scritto su X (ex Twitter):

“L’Italia delle bombe e dell’intimidazione ai giornalisti scomodi: l’abbiamo già conosciuta nei tempi più bui della storia nazionale, si manifesta vigliaccamente sotto la regia di classi dirigenti sovversive. Solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia.”

Un’accusa forte, ma priva di riferimenti espliciti o circostanze dettagliate. La frase — “classi dirigenti sovversive” — ha sollevato numerose reazioni critiche. Molti utenti hanno chiesto a Lerner di chiarire chi siano i presunti “mandanti morali” dell’attentato, evidenziando l’ambiguità e la gravità dell’espressione.

“Ci potrebbe dire a chi si riferisce, oppure meglio lanciare il sasso e nascondere la mano?”, ha commentato un utente.
“Quando parla di regia di classi dirigenti a chi si riferisce esattamente? Così, per capire meglio”, ha scritto un altro.
E ancora: “Fare i nomi e tirare fuori le prove, altrimenti sembra solo un tentativo di screditare qualcuno senza assumersene la responsabilità”.

Altri commenti hanno evidenziato l’uso strumentale del caso per colpire l’avversario politico, accusando una parte della sinistra di non condannare la violenza “in ogni sua forma” e di usare toni eccessivi e poco circostanziati.

In attesa che le indagini facciano piena luce sull’accaduto — e accertino se l’ordigno avesse una matrice intimidatoria legata all’attività giornalistica di Ranucci — resta forte la tensione intorno al tema della libertà di stampa e al linguaggio utilizzato nel dibattito pubblico.



Add comment